Il business delle ripetizioni? Vale 800 milioni. In nero

Un mercato sempre fiorente alimentato dai rimandati Il costo delle lezioni varia molto da regione a regione

Il business delle ripetizioni? Vale 800 milioni. In nero

È la storia più vecchia del mondo. Ma tra gli studenti di oggi, campioni di «debiti formativi», di distrazione compulsiva e ipnotica da cellulare, o solo semplicemente del vezzo ancestrale di tutti gli adolescenti, quello di prendere lo studio un po' sottogamba, ai tempi della crisi diventa un business. Un affare, le ripetizioni, le lezioni private puntate a far colmare il debito al ragazzo nelle materie in cui non è stato promosso (una volta si diceva «rimandato a settembre») vale almeno 800 milioni di euro all'anno.

Un'indagine condotta da ProntoPro.it attribuisce al mercato delle ripetizioni tariffe diverse da disciplina a disciplina. Comprensibilmente, le materie che prevedono un retroterra più tecnico costano di più: 18 euro l'ora, in media, una lezione di matematica o scienze; 13,50 una d'inglese. Più basse le tariffe per gli studenti di scuole medie, i cui programmi didattici, evidentemente, rientrano già nelle competenze di moltissimi studenti universitari o addirittura meno che diplomati: le loro ripetizioni di matematica sborsano a mamma e papà 12 euro l'ora in media e appena 10 se di italiano. E come variano i prezzi di città in città? La «riparazione a settembre» costa di più nelle metropoli del Nord, dove, se si opta per le ripetizioni private, si trovano le tariffe più alte (a Milano); agli antipodi Napoli e Catanzaro. Prevalentemente al nero, il mercato delle ripetizioni prolifera oggi sui siti di offerte e annunci: in primis eBay. Dietro nickname o nome e cognome, professori abilitati che arrotondano d'estate, neolaureati in cerca d'occupazione (la maggior parte), studenti universitari volenterosi, spiegano in poche righe tariffe e specialità di questo business che costringe loro stessi a restare in città nei mesi del solleone, cercando di inoculare nei ragazzi un metodo e uno stimolo alla concentrazione che sembrano sempre più un miraggio nella scuola dei crediti formativi. Quando, nel 2007, tornarono sui banchi i vecchi esami di riparazione, era previsto che fossero le stesse scuole a organizzare, a titolo gratuito, i corsi per quei ragazzi che dovessero recuperare debiti formativi. La prassi è rimasta conservatrice, e quelle lezioni private che solo famiglie più benestanti sostengono senza particolari sacrifici sono rimaste il cardine, la linfa rigenerante degli ammessi con riserva. Non è che poi, naturalmente, se lo studente finisce col non superare l'esame di riparazione, l'insegnante privato sia tenuto a rimborsare le lezioni; e il passaparola (oggi internautico o appeso nelle bacheche scolastiche sotto forma di post-it) richiede una dose di fiducia e fortuna perché l'insegnante privato sia effettivamente preparato, versi olio di gomito e perfino un filo di passione nel recuperare in fondo al pozzo l'attitudine dello studente a quella materia che proprio non gli va giù. Ecco perché ci sono siti in cui i dispensatori di lezioni private vengono perfino recensiti. Ma sperare che rilascino una ricevuta, nella stragrande maggioranza dei casi, è davvero troppo. I ragazzi rimandati a settembre ogni anno sono circa due milioni, ovvero, suppergiù, il 42%; come da tradizione, se le discipline in cui si riportano gravi insufficienze sono più di due, tocca ripetere l'anno scolastico. La proposta di uno dei sindacati degli insegnanti era stata risolvere i debiti formativi dei ragazzi con «l'intramoenia», ovvero un sistema di lezioni incrociate all'interno dell'istituto frequentato dai rimandati: quelli di una sezione sarebbero stati rimessi in carreggiata da insegnanti di un'altra sezione e viceversa.

Il sistema, già operativo negli ospedali, per adesso è lettera morta. E il lavoretto che un tempo era un semplice arrotondamento per i diplomandi bravi in greco e in matematica o le matricole campionesse di 30 e lode, oggi è un mercato sommerso. Ma più vivo che mai.

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