Buzzi accusa l'ex vice di Marino: "Mi impose quattro assunzioni"

Nei verbali dell'interrogatorio al capo delle coop rosse di Roma le "segnalazioni pressanti" di Luigi Nieri. Bufera su Zingaretti

l Sindaco di Roma, Ignazio Marino (S) con il vice sindaco Luigi Nieri, durante la presentazione della nuova giunta
l Sindaco di Roma, Ignazio Marino (S) con il vice sindaco Luigi Nieri, durante la presentazione della nuova giunta

Tra le accuse a 360 gradi lanciate da Salvatore Buzzi nei suoi verbali d'interrogatorio di giugno e luglio c'è anche la bocciatura «politica» per il sindaco, Ignazio Marino. Del quale il ras della coop «29 giugno» non rileva l'ostilità verso il «sistema Mafia Capitale, ma semmai l'inadeguatezza, di fronte alla quale nemmeno la conclamata onestà basterebbe.

«La giunta che fa Marino - mette a verbale Buzzi lo scorso 23 giugno nel carcere di Cagliari - è una giunta veramente... non so come ha potuto fare una giunta così approssimativa, nel senso che se ci si fosse messo d'impegno non ci sarebbe riuscito. Parecchi assessori sono fuori posto... insomma l'amministrazione è questa. L'amministrazione poi purtroppo è stata questa. Quindi non basta essere onesti per fare il sindaco. Perché se sei onesto non governi una città come Roma, se sei solo onesto». Uno dei problemi conseguenti, spiega Buzzi accennando alla gara Sprar da 78 milioni di euro che «abbiamo gestito senza bando... una cosa scandalosa», è che con la giunta Marino «gli assessori contano di meno (...) e prevalgono i dirigenti». Forse al sindaco-chirurgo sono fischiate le orecchie a scoppio ritardato, se è vero che ieri Marino, in una conferenza stampa sul Giubileo, è incorso in un lapsus, chiamando «Buzzi» l'assessore ai Lavori pubblici, Maurizio Pucci. Ma la versione di Buzzi (quello vero) mette i brividi a tutta la politica romana.

Anche la gara regionale per il Recup, quella per la quale mesi fa s'è dimesso, indagato, Maurizio Venafro, capo di gabinetto del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha spazio nei verbali del fondatore della «29 giugno». Oltre al presunto ruolo di Peppe Cionci - per Buzzi «l'uomo dei soldi di Zingaretti» al quale, tramite Salvatore Forlenza di Legacoop, lui stesso si era rivolto per provare a «infilarsi» nel lotto assegnato a Manutencoop che però aveva sbagliato documentazione - ci sono altre rivelazioni che tirano pesantemente in ballo gli interessi della politica in questa (e in altre) gare d'appalto. In particolare, proprio in seguito allo «scivolone» di Manutencoop, Buzzi racconta di essersi appunto trovato a «guerreggiare» con il presidente dell'altro gigante delle coop sociali, Capodarco, Maurizio Marotta, che aveva già inizialmente rifiutato di partecipare alla gara in Ati con la 29 giugno. Il perché del rifiuto, spiega Buzzi ai pm, lo spiega tempo dopo proprio Marotta, durante un «faccia a faccia» tra i due organizzato da Legacoop per indurli a «fare la pace». «Lì viene fuori - racconta Buzzi - che Marotta ci dice davanti a tutti che lui era stato costretto a fare tutte queste Ati, “fai questa con questa”, tutte da Venafro, le aveva fatte tutte Venafro le Ati, lui non aveva fatto nulla». Tanto da aggiungere, prosegue Buzzi riferendo le parole di Marotta, di aver protestato «Perché con tutte le ATI che ho fatto, con tutti i prezzi che so' costretto a cedere in giro, io se avevo cento non rivincerò cento, ma rivincerò di meno. Per questo non ho voluto fa' l'accordo con voi». Ossia, per Buzzi, Marotta avrebbe rivelato che, prima del bando di gara, proprio l'allora braccio destro di Zingaretti, Venafro, avrebbe imposto a Capodarco le altre imprese con le quali partecipare in Ati alla gara «sotto dettatura». Che interesse avevano i vertici regionali a indicare chi far partecipare alle - lottizzatissime, dice Buzzi - gare d'appalto indette dall'amministrazione? Intanto, proprio i citati Cionci e Venafro annunciano di voler querelare il ras della 29 giugno per queste dichiarazioni.

Ancora Buzzi, parlando al pm Paolo Ielo e all'aggiunto Michele Prestipino dei rapporti tra «mondo di mezzo» e Campidoglio, e in particolare di assunzioni ai politici, tira in ballo l'ex vicesindaco di Marino, Luigi Nieri, dimessosi il mese scorso. «Abbiamo assunto su segnalazione pressante del vice sindaco quattro persone», spiega Buzzi.

Che proprio sul modo ha molto da ridire: «Le abbiamo messe nell'ambito dei vari servizi perché erano proprio pressanti, perché un conto se lei me lo segnala io se c'ho posto ce lo infilo, un conto che lei ogni giorno mi chiama per tre, quattro persone. Una distinzione io la faccio su questo, perché lei me la può pure segnala' una persona, io quando c'ho posto la metto. Ma non è che tu me devi chiama' ogni giorno per sistema' una persona».

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