Com'è maturato il voto decisivo del Movimento Cinque Stelle a favore di Ursula von der Leyen, che martedì ha incassato la “fiducia” dell’Europarlamento e potrà insediarsi come presidente della Commissione europea? Secondo la ricostruzione di Dagospia, dietro il voto grillino alla con Der Leyen c'è lo zampino del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta. È stata proprio lei, secondo questo retroscena, ad aprire i contatti tra la tedesca e il movimento quando è arrivata sul tavolo l'ipotesi della sua candidatura. Secondo Dagospia, le due si sono conosciute meno di un anno fa a Bruxelles durante i vertici Nato. Hanno stretto un rapporto: bilaterali, saluti, colazioni, caffè. Tanto che dopo la sua nomina la von der Leyen ha scritto un messaggio alla Trenta: You did that, I will remember. Tnks (E' merito tuo, me ne ricorderò, grazie).
Un ottimo rapporto, quello maturato in questi mesi fra il Ministro italiano e Ursula von der Leyen, che avrebbe portato il Movimento Cinque Stelle a votare a favore della tedesca alla guida della Commissione Ue. A questo punto Dagospia ipotizza che Elsabetta Trenta potrebbe essere la candidata italiana a Commissario Ue dopo la rinuncia di Giorgetti. D'altronde la stessa Ursula ha detto che all'Italia spetta un commissario, ma i commissari "li scelgo io", specificando che intende avere un esecutivo perfettamente paritario tra uomini e donne.
Sarà forse un caso, ma proprio in queste ore il vicepremier Matteo Salvini ha attaccato duramente proprio il Ministro Trenta: "C'è un evidente e totale blocco sulle proposte, iniziative, opere, infrastrutture da parte alcuni ministri 5Stelle che fa male all'Italia. Niente di personale, Luigi Di Maio è persona corretta e perbene, ma sono inaccettabili i NO e i blocchi quotidiani di opere e riforme da parte dei 5Stelle. Ieri Toninelli (con centinaia di cantieri fermi) che blocca la Gronda di Genova, che toglierebbe migliaia di auto e di tir dalle strade genovesi; oggi il ministro Trenta che propone di mettere in mare altre navi della Marina, rischiando di attrarre nuove partenze e affari per gli scafisti".
I grillini sono stati decisivi nell'elezioni di von der Leyen, che ha incassato soltanto 383 voti a favore, nove in più del minimo di 374, contro 327 contrari e 22 astenuti. Un consenso risicato che, come ricorda Lorenzo Vita su InsideOver, ha aperto la "caccia" ai 60 che hanno tradito i patti, dato che il ministro tedesco avrebbe dovuto ottenere 444 “sì”. E chi potrebbe aver tradito i patti, sfruttando il sistema dello scrutinio segreto per dare un colpo a Merkel e Macron: i socialisti francesi. Potrebbe, perché ovviamente è impossibile capire chi ha votato contro. Ma di sicuro molti della sinistra d’Oltralpe non hanno apprezzato la decisione di rimuovere il sistema dello Spitzenkandidadt a favore della nomina dall’alto della Von der Leyen. L’affaire Timmermans continua infatti a scuotere il centrosinistra europeo.
Dal canto loro, i grillini hanno accusato la Lega di aver tradito un patto, che, a detta dei Cinque Stelle, era stato "siglato" fra i due partiti del governo guidato da Giuseppe Conte. Secondo i pentastellati, infatti, il Carroccio non ha rispettato gli accordi, facendo di fatto cadere l'altra parte in una trappola. E così, per spiegare cosa è accaduto a Strasburgo nelle ore in cui la von der Leyen veniva eletta alla guida della Commissione, viene pubblicata al controverità a cinque stelle. "Per fare chiarezza", come ribadiscono gli stessi grillini. "L'accordo era che anche i cosiddetti 'sovranisti' lontani dai partiti tradizionali, la votassero, sapendo che la 'sua' maggioranza non esisteva e in questo modo avremmo potuto condizionare ogni decisione futura in Europa". Ma poi, stando ai 5S, la Lega si è sfilata. "Perché…? Perché mai la Lega, che fino alla mattinata di ieri dichiarava pubblicamente di votare 'sì' insieme al MoVimento 5 Stelle, all'improvviso alle 17 ha votato 'no'? Forse solo per attaccare pubblicamente il MoVimento 5 Stelle. Contenti loro, contenti tutti!".
Il vicepremier Luigi di Maio ha provato a stemperare gli animi nel governo tendendo la mano a Matteo Salvini per scongiurare l'ipotesi della crisi
di governo. "È auspicabile che oggi ci parliamo e ci vediamo" ha dichiarato ai microfoni di Agorà su RaiTre, scacciando - per ora - l'ombra di una crisi profonda che sembrava fatale per l'esecutivo giallo-verde.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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