Via la maschera. Scatta la corsa alle poltrone. Le Sardine cambiano pelle: da movimento di piazza a partito strutturato. Il nuovo anno porta l'annuncio del primo congresso nazionale delle Sardine, movimento nato nella città Bologna come contro-manifestazione ai raduni elettorali di Matteo Salvini. Il tempo di assaporare l'odore dei Palazzi, che è già partita la scalata ai posti di comando.
La decisione di indire un congresso nazionale (stile Pd) è stata presa dal direttivo di Bologna e annunciata ieri mattina in tv ad Agorà, su Rai Tre, dalla portavoce torinese Francesca Valentina Penotti: una due giorni, a inizio del mese di marzo, per individuare incarichi e struttura di vertice delle Sardine. La location è ancora top secret. La sorpresa potrebbe essere l'invito, in qualità di madrina ufficiale, a Rula Jebreal, reduce dalla polemica per la partecipazione al prossimo Festival di Sanremo. Mentre venerdì 10 gennaio a Ravenna c'è il debutto dei nonni Sardoni: pensionati tra i 70 ed i 90 anni, che si definiscono «genitori» o nonni delle sardine. Padre dei «pescioloni» è Daniele Perini, 60enne, dipendente Ausl attivo da anni nel volontariato per gli anziani e consigliere comunale della lista civica Ama-Ravenna che nelle ultime elezioni comunali ha appoggiato il centrosinistra.
L'obiettivo del primo congresso delle Sardine è dare una direzione politica al movimento e riunire tutti i rappresentanti regionali. Le date ufficiali saranno rese note entro il 26 gennaio, data spartiacque vista la concomitanza delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria. La terza fase del movimento era stata preannunciata già a Piazza San Giovanni. «Ci stiamo strutturando perché stiamo crescendo sempre di più ed è giusto guardarci in faccia e confrontarci. A livello regionale siamo un po' divisi - confessa la portavoce torinese Penotti - nel senso che ogni Regione pensa giustamente un po' per sé».
I prossimi appuntamenti regionali del movimento prevedono «Sardina ospita sardina» il 19 gennaio in Emilia Romagna, un pre-Congresso il 25 gennaio in Piemonte. Mattia Santori, che già si vede segretario nazionale del Movimento, ragiona sugli obiettivi del congresso: «Avevamo detto che dopo le elezioni in Calabria e in Emilia Romagna si sarebbe aperta la terza fase. L'obiettivo è consolidare le fondamenta sul piano nazionale. Tra i temi anche la definizione di una strategia in vista delle prossime elezioni in altre 6 regioni in primavera». Santori chiude le porte a nuovi arrivi: «In questo momento abbiamo tanti gruppi nati spontaneamente su Facebook che sono da ufficializzare. Occorre poi avere una struttura di referenti dei diversi territori, comunali e regionali, per ottenere una comunicazione più immediata. Comunicazione che comunque in questo momento è gestita bene perché anche il caso di Pistoia ci dimostra che abbiamo orecchie in tutta Italia e sappiamo vagliare le diverse situazioni. Sappiamo bene chi è sardina e chi no e chi deve fare ancora un po' di strada prima di diventare sardina».
Prova a prendere la tessera delle Sardine l'ex ministro del Pd Valeria Fedeli: «Quando chi intende dare il proprio contributo alla vita pubblica attraverso un'azione collettiva, decide di confrontarsi democraticamente al proprio interno per condividere regole e contenuti, è sempre una scelta positiva».
Si affida, invece, all'ironia il leghista Roberto Calderoli: «Evviva, la mamma dei sinistrorsi è sempre incinta e continua a partorire un altro partito dopo Sel, Sinistra Italiana, Articolo 1, Possibile, Leu perché anche le Sardine, che del resto sono organiche alla
sinistra, fanno un loro congresso per darsi struttura e gerarchia e quindi diventano l'ennesimo partito alla sinistra del Pd. Così delle Sardine, una volta strutturate e organizzate, alla fine resteranno solo quelle in scatola!».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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