La mattinata di oggi è iniziata con il palesarsi di distanze profonde sulla riforma del catasto, accompagnate da timori diffusi e sentori negativi. Il passare delle ore non ha fatto altro che complicare la situazione, tanto che nel pomeriggio si è arrivati a un avvertimento che ha messo tutti sull'attenti: "Se l'articolo 6 non è approvato si ritiene conclusa l'eperienza di governo". La linea del governo, riferisce l'Ansa, è durissima poiché si considera la questione come un punto dirimente. Una sorta di prerequisito affinché non solo possa andare avanti l'intera riforma fiscale, ma possa anche essere garantita la stabilità dell'esecutivo.
La spaccatura sul catasto
Sono evidenti e non passano di certo inosservati i diversi filoni di pensiero che contraddistinguono i partiti di maggioranza. La Lega ad esempio promette battaglia e non si dice disposta a ingoiare un rospo così difficile da digerire: il Carroccio punta allo stralcio dell'articolo 6 che contiene la nuova norma, con l'intenzione di concordare una posizione unitaria con il centrodestra. Il fronte giallorosso invece pare essersi compattato, anche se non mancano voci di dissenso tra i grillini.
Ieri si è tenuta una riunione tra la maggioranza e il governo nel tentativo di sciogliere il nodo principale che di fatto da settimane tiene in stallo la delega. Ma non c'è stato nulla da fare: l'ennesima fumata nera ha impantanato tutto e oggi pomeriggio non è andata meglio. Il clima di tensione non è stato di aiuto e ha finito per aggrovigliare ulteriormente il quadro. La commissione Finanze della Camera si aggiorna a domani sulla delega fiscale.
Nel frattempo Forza Italia è al lavoro per trovare un mediazione: gli azzurri potrebbero optare per la riscrittura del testo, in una versione che possa favorire l'intesa. Il governo avrebbe chiesto di ritirare tutti gli emendamenti, ma allo stato attuale la Lega non intende in alcun modo togliere dal tavolo quello che sopprime la riforma del catasto. Restano così 24 ore di tempo per uscire dall'impasse.
L'irritazione dei partiti
Gli animi sono infuocati. Per Forza Italia "non si comprendono le ragioni" di un braccio di ferro su uno degli articoli della delega fiscale. Inoltre, considerando il complicato momento che il nostro Paese sta attraversando, si giudica del tutto "incomprensibile che un argomento così settoriale possa addirittura mettere in discussione la tenuta dell'esecutivo".
La Lega reputa "gravissimo" l'aut-aut del governo: il partito di via Bellerio tiene a far sapere che "è da irresponsabili" minacciare la crisi qualora non si approvasse la riforma del catasto così com'è. Viene infatti sottolineato il ruolo importante e decisivo ricoperto dal Parlamento, che in effetti "ha tutto il diritto di discutere e presentare emendamenti laddove non ci sia convergenza sul provvedimento".
La linea dura dell'esecutivo non è piaciuta affatto neanche al Movimento 5 Stelle, che non ha nascosto il proprio disappunto su quanto accaduto nelle scorse ore: i grillini hanno contestato quelle che definiscono "parole e pressioni semplicemente irricevibili". Il timore è che da una parte si finisca per comprimere "le basilari prerogative del Parlamento", dall'altro che si vadano a "calpestare" le indicazioni del Parlamento stesso.
Il Partito democratico si dice disponibile alle interlocuzioni di merito sull'articolo 6 della legge delega sul fisco, sempre che le forze politiche che hanno sottoscritto l'emendamento soppressivo lo ritirino: "Non si può ora ridurre tutta la riforma al tema del catasto. Restiamo disponibili al confronto a tutto campo, ma diciamo convintamente no alla logica delle bandierine".
Contro il governo si è scagliata anche Fratelli d'Italia: il partito guidato da Giorgia Meloni ha
confermato di non volersi prestare "a questo ricatto" e ha invitato l'intero centrodestra a seguire la strada dell'unità. "La riforma del catasto va stralciata subito", dicono a chiare lettere da FdI.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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