Sono dati positivi, quelli dell'ultimo bollettino del ministero della Salute, perché i nuovi casi sono in calo e anche le vittime. Ma sono pur sempre numeri che si riferiscono al sabato, quando si fanno meno tamponi (ieri ne sono stati effettuati 176.934, il giorno precedente 225.940). Il bilancio dell'epidemia nelle ultime 24 ore è di 20.648 nuovi casi, comunque sempre più di 20mila per l'ottavo giorno consecutivo, e 541 morti. Non cambia il rapporto tra positivi e tamponi effettuati, fermo all'11,7 per cento per il secondo giorno.
È cominciata la discesa dal plateau e ora più che mai, è il mantra degli esperti, non bisogna abbassare la guardia per non ripetere gli errori di agosto. Perché anche se la curva rallenta, i positivi giornalieri sono sempre tanti. Quindi ancora sacrifici, soprattutto in vista del Natale, che non deve portare a nessun allentamento delle misure.
La pressione sugli ospedali si sta allentando, un calo che procede, seppur lentamente, dal 26 novembre: in terapia intensiva risultano attualmente ricoverate 3.753 persone, 9 in meno rispetto a venerdì, un numero ancora troppo elevato, anche se in questa seconda ondata dell'epidemia non si è mai raggiunto il picco di 4.068 malati registrato lo scorso 3 aprile. L'innalzamento dell'età media dei contagiati, che ora si attesta intorno ai 48 anni, preoccupa gli epidemiologi perché evidenzia un maggior rischio che i contagiati possano finire in rianimazione. Scende anche il numero di ricoverati con sintomi. Attualmente sono 32.879, -420 rispetto a venerdì. Ma sono tante anche le persone che guariscono: l'ultimo bollettino ne conta 13.642, per un totale di 734.503 italiani che hanno detto addio al Covid.
Per quanto riguarda l'incidenza territoriale, è sempre la Lombardia con 3.203 nuovi casi e 135 morti a registrare l'incremento maggiore, anche se proprio ieri la regione è uscita dalla zona rossa e ha cominciato ad assaporare le prime libertà previste dalle aree arancioni. Di tamponi ne sono stati effettuati 28.434 e il tasso di positività adesso è all'11,2 per cento. Le terapie intensive lombarde cominciano ad essere meno sotto pressione. Contano 907 pazienti, 12 in meno nelle ultime 24 ore, mentre negli altri reparti ci sono 7.400 malati con sintomi. Una nota positiva è il numero di nuovi casi in provincia di Milano, che dopo tanto tempo torna sotto quota mille: 973, di cui 386 a Milano città. Calano i contagi (sono 2.021, pari al 14,3% dei 14.157 tamponi eseguiti), i decessi e i ricoveri in Piemonte, altra regione che ha appena lasciato la zona rossa. Il Lazio ha registrato il miglior dato del mese di novembre: 1.993 nuovi contagi (-77 rispetto al giorno prima). «Il rapporto tra i positivi e i tamponi è all'8 per cento. Dopo 26 giorni siamo sotto quota 2mila casi. Occorre continuare così, i risultati stanno premiando le scelte fatte: numero alto dei tamponi, rigore nei comportamenti e unità mobili nella gestione dei focolai».
Insomma la situazione sta migliorando, ma ora non bisogna abbassare la guardia.
«Stiamo osservando quelli che potremmo chiamare degli spiragli di luce ma devono illuminare le coscienze, questo deve servire solo come messaggio motivazionale. È indubitabile che i numeri siano in miglioramento», dice il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli a Che tempo che fa, su Rai 3.
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