Calcioscommesse flop: l'inchiesta va prescritta

Nulla di fatto per l'indagine che fece tremare il calcio. Fine di un incubo per Signori & C.

Calcioscommesse flop: l'inchiesta va prescritta

Cremonese-Paganese, del girone A di Lega Pro, terminò 2 a 0 con i gol di Musetti e Miramontes. Era il 14 di novembre del duemila e dieci. Fu l'inizio di uno scandalo, quello delle scommesse clandestine avviato dal procuratore capo di Cremona, Roberto di Martino. Ieri, nove anni dopo, la vicenda, su richiesta del piemme Davide Rocco, si è conclusa con il non luogo a procedere perché il reato si è estinto per maturata prescrizione. Quattro anni fa Roberto di Martino, tra l'altro titolare dell'inchiesta sulla strage di piazza della Loggia, lasciò la toga con dichiarazioni velenosissime: «La magistratura è troppo politicizzata, va avanti solo chi è schierato, un magistrato può avere un pensiero politico ma non posso pensare che debba dirlo per fare carriera e invece funziona così. Non guardano nemmeno il curriculum, contano solo le correnti che sono uno strapotere. Nella vicenda del calcioscommesse ho pestato piedi, è stato come cercare di svuotare un oceano con il cucchiaino».

L'oceano è ancora lì, molti dei naviganti sono stati buttati a mare, svergognati e sbattuti come delinquenti garantiti, alcuni sono stati o pienamente assolti o hanno pagato la loro colpa o il reato, se reato ci sia stato, è caduto in prescrizione. Beppe Signori finì ai domiciliari, considerato come uno dei punti di riferimento del clan. Il caso di Marco Paoloni è sceneggiatura da cinepanettone; il portiere fuori rosa venne indagato per aver messo del sedativo (Minias) nei thermos dei suoi ex compagni della Cremonese durante l'intervallo di quella famosa partita del 2010. L'effetto avrebbe portato a una prestazione addormentata, anticipata da un giro di scommesse, su altre partite, con le quote stabilite addirittura a Singapore e alimentate da un giro di malfattori slavi, con la complicità di tesserati, calciatori, allenatori e medici, della nostra serie A, B e lega Pro. Il ventisei marzo dello scorso anno, Paoloni fu assolto con formula piena dall'accusa di avere adulterato le borracce, l'articolo in questione era il 440 del codice penale che punisce chi corrompe o adultera acque o sostanze destinate all'alimentazione, rendendole pericolose per la salute pubblica. Lo stesso Paoloni è stato squalificato per cinque anni e sei mesi dalla giustizia sportiva. Il danno era arrivato sulla linea dell'utente desiderato.

Il timbro dell'epoca era pesante: associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. Vennero effettuati altri arresti nel dicembre del 2011, con ordinanza del gip Guido Salvini: Doni, Gervasoni, Carobbio, Zamperini, mentre la grande mente dell'organizzazione fu individuata in Eng Tan Seet, in codice Dan, un affarista di Singapore che pilotava i risultati del campionato italiano e poi di quello ungherese. Il tipo era noto a interpol, negli anni novanta era finito al gabbio per aver corrotto fantini e allevatori e nel mondiale di calcio nel '94 aveva perso un milione e mezzo di dollari per partite combinate. Lo stesso Dan, in seguito arrestato, confessò di avere perduto tre milioni di dollari nel tentativo di aggiustare il risultato di coppa dei campioni, del 2001, tra Barcellona e Fenerbahce.

Il quadro della vicenda suggeriva, dunque un film di grandissimo successo e popolarità. Nel maggio del 2012 ci furono altri arresti, Mauri della Lazio, Milanetto ex del Genoa, coinvolgimento di figuri della comunità rom, Almir Gegic ritento uno dei capi si era infine costituito, con l'accusa di essere lui il pagatore degli italiani. Seguirono altri arresti e imputazioni, Antonio Conte venne assolto dall'accusa di frode sportiva nel maggio del 2016. Di Martino notificò la chiusura delle indagini a 130 persone e chiese il rinvio a giudizio per 104 imputati, tra tesserati di A, B e Lega Pro. Le indagini avevano coinvolto anche Vieri, Kaladze, Bonucci, Criscito, il diesse Perinetti, più che un oceano da svuotare con il cucchiaino una montagna di emme messa nel ventilatore. La giustizia sportiva ha avuto tempi più celeri e condanne e squalifiche.

La giustizia ordinaria si è trascinata per nove anni e ha concluso con il nulla a procedere. La vergogna, quella ha continuato a procedere mentre i giudici hanno abbandonato la magistratura. Che raramente prova vergogna.

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