Campania: condannato per molestie nelle liste di De Luca

Corrado Gabriele, condannato a quattro anni e sei mesi per molestie su minore. A tirare fuori il caso Mara Carfagna: "De Luca chieda scusa"

Campania: condannato per molestie nelle liste di De Luca

Anche quello di Renzi è il Pd che predica bene e razzola male. La lista degli impresentabili candiati assieme al Partito Democratico in Campania, infatti, si allarga. Oltre lo stesso Vincenzo De Luca, al candidato omofobo, a quello fascista, a seguaci di Cosentino, questa volta si tratta di Corrado Gabriele, capogruppo uscente del Psi in Consiglio regionale e assessore al Lavoro della giunta di Antonio Bassolino. Gabriele è stato condannato a 4 anni e 3 mesi in primo grado per molestie su minori. I casi cominciano ad essere tanti, non possono bastare le parole del Premier ("non li voterei nemmeno se costretto") a chiudere la partita: dopo anni a criticare i condannati altrui, il Pd glissa sui suoi panni sporchi in Campania.

L'ultimo caso è stato portato alla cronaca da una dichiarazione di Mara Carfagna: "Non posso tacere. Sono garantista e non cambio idea, ma nelle liste di Vincenzo De Luca c`è un condannato in primo grado per violenza sessuale su minori. Il processo deve fare il suo corso, ma pur non rinunciando al garantismo, non si può far finta di nulla. Conosco Vincenzo De Luca, ha mille difetti, ma non può di certo accettare per pura convenienza politica di essere sostenuto da una persona su cui pende un'accusa di questo tipo". Eppure non è successo nulla. De Luca non ha preso le distanze e Gabriele non abbandonerà la corsa per la poltrona da consigliere regionale.

La condanna risale al 2011. Corrado Gabriele era stato accusato di molestie da due giovani - una delle quali minorenne all’epoca dei fatti - che avevano riferito agli inquirenti di attenzioni particolari e palpeggiamenti di cui sarebbero state vittime. Subito dopo la condanna, pur riaffermando la propria innocenza, il capogruppo si era sospeso dal suo partito, il Pd, per non gettare fango sul simbolo. Eppure, uscito dalla porta pare sia rientrato dalla finestra, trovando comunque posto nelle liste elettorali collegate a De Luca.

Lui è sicuro di essere innocente e per questo non reputa errata la sua partecipazione alla tornata elettorale: "Anche le pietre a Napoli sanno che sono completamente estraneo ai fatti e alle circostanze, peraltro ridicole, che mi vengono imputate e oggi sono ancor più ansioso di poterlo dimostrare, dato che dopo una lunghissima attesa di quattro anni, finalmente verrà celebrato il processo d'appello".

Il garantismo, è ovvio, rimane un principio inderogabile. Il vero problema, infatti, non è Gabriele, che sarà colpevole solo quando la sentenza sarà passata in giudicato. Quello che dovrebbe destare scandalo è il Pd, attaccato anche da Roberto Saviano, convinto che il quelle liste ci sia "gomorra".

E' lo stesso Pd che ha votato per l'arresto in Parlamento di Francantonio Genovese, di Giancarlo Galan e che non manca mai di ricordare agli altri di essere il volto pulito dell'Italia. Ma evidentemente non è così. Bisognerebbe avere almeno il buon gusto di ammetterlo, senza nascondersi dietro il silenzio imbarazzato del "io non li voterei".

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