Roma Ci vuole coraggio ad accettare un invito di Virginia Raggi ad entrare nella giunta come nello staff in Campidoglio, dopo aver visto le dimissioni a catena dei 5 «tecnici» del 1 settembre, la defenestrazione dell'assessore al Bilancio per un giorno De Dominicis e la gestione del caso dell'assessore all'Ambiente Paola Muraro. Lo testimoniano le nove poltrone vuote, tutte di peso, intorno a lei. Non solo nella giunta e ai vertici di Ama e Atac, ma negli uffici di fiducia del primo cittadino, nevralgici per far funzionare la macchina amministrativa capitolina, che sono il gabinetto e la direzione generale, assolutamente vuoti.
Per sostituire il super assessore con tre deleghe Marcello Minenna, non ci vuole un nome ma tre, visto che la sindaca ha annunciato di voler scorporare Bilancio, Società partecipate e Patrimonio. La Raggi cerca aiuto dappertutto, a cominciare dal Consiglio di Stato, ma non è facile trovare persone disponibili. Per il Bilancio avrebbe individuato quattro candidati e i due più accreditati sarebbero l'economista Nino Galloni e l'ex generale della Gdf Ugo Marchetti.
Quanto alla Muraro, la sindaca continua a difenderla ma sa che probabilmente l'aggravarsi della sua posizione di indagata potrebbe imporle di accettare quelle dimissioni che già le ha consegnato. Si mormora che per sostituirla si stia pensando già ad Antonio Senni, ex direttore generale del ministero dell'Ambiente e professore alla Pontificia università Antonianum.
Ma al di là del quadro politico desolante c'è un Comune che deve funzionare quotidianamente e invece è allo sbando, paralizzato. La Raggi non ha nominato i nuovi vertici del gabinetto, dopo le dimissioni del capo Carla Raineri e lo spostamento del vice Raffaele Marra a responsabile del Personale, malgrado sia fortemente a rischio anche per la storia dell'acquisto a prezzo di favore di un attico dal costruttore Scarpellini. Né è stata confermata o prorogata l'altra vice capo di gabinetto, Virginia Proverbio, scaduta il 31 agosto. Era lei che la Raineri voleva come vicario e, per escludere Marra, aveva proposto alla sindaca di scegliere fra 3 proposte, a costo zero, perché dirigenti di Polizia, Carabinieri e Polizia municipale.
Quando la Raineri è saltata stava esaminando le 115 domande arrivate per il posto strategico di direttore generale del Campidoglio, lasciato a luglio da Antonella Petrocelli, per collaborare con il sindaco Sala a Milano (ma poi, rinviata a giudizio a Como, si è dimessa).
Ci sono per legge 90 giorni di tempo, ma l'iter all'inizio del mese si è bloccato, malgrado sia stata formata una commissione ad hoc. Lì la Raggi ha imposto l'altro suo fedelissimo, il capo segreteria Salvatore Romeo. E tutto rimane in stand by. Dove c'è vuoto, c'è potere.AMG
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