Cantone boccia l'Urbe corrotta: "Milano torna capitale morale"

Dura critica del presidente dell'Anticorruzione: la Città eterna non ha gli anticorpi Critiche da Fdi. Il Guardasigilli Orlando: ci sono le qualità per uscire dalla crisi

Cantone boccia l'Urbe corrotta: "Milano torna capitale morale"

Roma - Milano capitale morale d'Italia. Alla vigilia della chiusura dell'Expo, il capoluogo lombardo viene consacrato come luogo del riscatto contro corruzione e malaffare. E a impartire questa benedizione non è un chierico qualunque ma Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione. Le parole di Cantone sono un viatico degno di nota. «Milano si riappropria del ruolo di capitale morale d'Italia - ha affermato il presidente dell'Anac al momento di ricevere dal sindaco Giuliano Pisapia il Sigillo della città - mentre la capitale reale non sta dimostrando di avere gli anticorpi morali di cui ha bisogno». Parole che a poco più di un mese dall'inizio del Giubileo straordinario suonano come una doccia fredda. Cantone ha sottolineato che a Milano ciò che ha fatto grande l'Expo è stata la sinergia perfettamente riuscita tra i diversi soggetti. Un modello - precisa poi - «difficilmente esportabile a Roma». La Città Eterna, ammette il presidente dell'Anac, sta «affrontando delle difficoltà impreviste». Mentre il problema principale resta quello di «trovare una squadra in grado di funzionare». Aggiunge poi che l'Expo ha potuto vincere la sua scommessa perché è comunque più facile gestire in modo virtuoso una società pubblica, pur se la politica spesso fa di questi soggetti dei «poltronifici». «Non dobbiamo - ammette Cantone - buttare a mare il bambino, cioè le società pubbliche, ma nemmeno tenere tutte quelle che sono state uno strumento per recuperare soggetti che non hanno avuto successo altrove». A Torino, poi, il giorno prima aveva pronunciato parole ancor più disarmanti al convegno del Sermig. «Nella Pubblica amministrazione le persone perbene spesso sono quelle che fanno meno carriera». Le parole di Cantone su Roma hanno avuto l'abilità di compattare l'intero spettro politico in un coro di critiche. La battuta più scontata è di Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. «Il presidente Cantone - sbotta - per il quale nutriamo una grande stima, stavolta ha preso una cantonata. Gli anticorpi sono collocati ovunque esistano persone perbene e ce ne sono pure a Roma». Parole che trovano una sponda in due inaspettati alleati. «L'avvitamento politico della fase attuale di Roma - tuona Stefano Fassina, gruppo Misto - non è rappresentativo delle potenzialità morali e politiche di Roma».

Anche il Guardasigilli Andrea Orlando mostra ottimismo sul ruolo della Capitale che, dice, ha «tutte le qualità morali e intellettuali per uscire dalla crisi». Coro che costringe il presidente dell'Anac a un parziale dietrofront. «Non una critica, la mia - replica Catone - ma un pungolo».

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