"Temo che il Codice degli appalti non vedrà mai la luce". Così il presidente dell'Anac Raffaele Cantone intervenendo questa sera ad Ancona a un convegno sulla ricostruzione post sisma promosso dalla senatrice del Pd Camilla Fabbri, presidente della Commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro. "Il Codice - sottolinea Cantone - è stato boicottato fin dall'inizio e non so di chi sia la responsabilità. Di certo lo strumento che era stato pensato non è quello che è rimasto ora, e penso che nel 2020, quanto scadrà il mio mandato, non so di che tipo di normativa staremo parlando o verrà applicata, visto i problemi seri che essa sta affrontando".
Per Cantone in tema di appalti occorre "mantenere l'asticella alta in fatto di controlli per evitare infiltrazioni criminali. E questo anche perché, pure in regioni come l'Emilia Romagna dove il sistema della ricostruzione ha funzionato, le infiltrazioni ci sono state. Siamo ora in presenza tra Marche e le altre regioni coinvolte del più grande cratere sismico della storia del Paese e non si possono fare deroghe alle normative presenti se non di portata limitata, perchè il rischio di intromissioni criminali è molto alto". Ed ha aggiunto: "L'Anac non è certo quella che blocca gli appalti dei Comuni, come spesso viene lamentato.
Sono gli enti locali che invece non si prendono la responsabilità di attuare le opere minori che potrebbero appaltare secondo le norme vigenti. Secondo me comunque - ha affermato Cantone - sarebbe meglio favorire una centralizzazione degli interventi da parte della Regioni, in una logica di partecipazione dei Comuni piuttosto che di delega".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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