È caos sui numeri nel locale. I carabinieri: "680 biglietti"

Per Procura e governo i tagliandi venduti sono 1.400 Ma i militari tagliano la cifra. Si contano le matrici

È caos sui numeri nel locale. I carabinieri: "680 biglietti"

I conti non tornano. A distanza di due giorni dalla tragedia alla Lanterna azzurra di Corinaldo è giallo su quante fossero effettivamente le persone presenti all'interno della discoteca. L'altro ieri il procuratore capo di Ancona, Monica Garulli, aveva parlato di una capienza di 870 posti nel locale e di 1.400 biglietti venduti. I dati forniti dal premier Giuseppe Conte, invece, riferivano di 460 posti disponibili nella struttura e di 1.450 ticket emessi. Il comandante provinciale dei carabinieri della città marchigiana, Cristian Carrozza, chiarisce che «i biglietti disponibili tra botteghino e modalità di acquisto online erano quasi 1.600, ma di fatto ne sarebbero stati venduti 680 a fronte di una capienza di 459 persone, ampliata a 871 con la sala sottostante a quella dove avrebbe dovuto tenersi il dj set, ma che di fatto era chiusa». Alcuni parenti dei ragazzini che erano alla Lanterna azzurra parlano però di numeri progressivi molto più alti. «Mia nipote aveva il biglietto 3.200», scrive una nonna. A quanto pare perché i blocchetti dei ticket erano più di uno.

I carabinieri hanno raccontato che al momento gli accertamenti sono in corso, anche perché si dovrà procedere col conteggio delle matrici avanzate. E, come è chiaro, qualcuna potrebbe essere sparita.

I militari dell'Arma, in queste ore, stanno raccogliendo le testimonianze dei presenti al momento della tragedia. Sono stati sentiti circa 100 ragazzini. In molti hanno testimoniato di aver percepito un odore acre e la gola pizzicare. Da quel momento il panico. Gli inquirenti avrebbero già identificato un 16enne, indicato come colui che avrebbe spruzzato il gas urticante. Sarebbe residente nella provincia di Ancona, ma la notizia non viene confermata dall'Arma. Dal comando provinciale arriva la conferma, invece, che è stata ritrovata «una bomboletta di spray al peperoncino». Per il rilievo delle impronte digitali sono entrati in campo anche i Ris e i reparti speciali dei carabinieri. Ma si indaga anche su altre piste, perché in realtà, come spiega ancora Carrozza «potrebbe essere successo di tutto. Per assurdo il fuggi fuggi sarebbe potuto partire anche a causa del fumo che parte da sotto la piattaforma della discoteca».

I fronti su cui si lavora sono quello amministrativo, da una parte, di verifica delle licenze, delle uscite di sicurezza, dei permessi, della capienza del locale, ma anche per capire se la balaustra che ha ceduto fosse a norma o fatiscente. A tal proposito Francesco Bertozzi, amministratore unico della Magic Srl, la società che gestisce il locale, Carlantonio Capone e Quinto Cecchini, i suoi soci, potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati. Ma si fanno anche i nomi dei proprietari della struttura. Dall'altro lato si è impegnati a capire se il ragazzino individuato abbia agito da solo o se anche altri giovani abbiano spruzzato dello spray urticante. Secondo le testimonianze, il 16enne, che appare anche in un video, con cappellino in testa e mascherina sul volto, sarebbe salito sul palco e poi avrebbe creato il panico diffondendo la sostanza. Rischia un'accusa per omicidio preterintenzionale. Ma i carabinieri, che stanno acquisendo filmati, invitano alla prudenza, tanto che per oggi è previsto un punto stampa in Procura, assieme al procuratore generale, al sostituto Paolo Gubinelli e a quello per i minori, Giovanna Lebboroni.

Intanto, gli inquirenti fanno sapere che, sempre sotto la direzione dell'autorità giudiziaria, potrebbero anche decidere di sentire il trapper Sfera Ebbasta. È un giallo, infatti il perché alle 22, orario previsto del suo arrivo, non fosse ancora sul posto. Non hanno tardato ad arrivare, proprio in merito a questo, le tesi complottiste. Un giovane su Facebook parla di un evento voluto. Qualcuno avrebbe scatenato il panico perché sarebbe stato a conoscenza che il trapper, in realtà, non sarebbe venuto.

Un modo per giustificare centinaia di biglietti venduti a un prezzo esorbitante: 30 euro per pochi minuti di esibizione. In realtà, il cantante ha ammesso di essere stato in viaggio, al momento in cui i gestori lo hanno informato della tragedia.

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