Roma Alla fine l'avrà vinta la sinistra falce e secchiello di Capalbio. I profughi arriveranno nella capitale estiva dei radical chic romani, ma confinati lontano dagli sguardi sensibili degli ospiti Vip. L'assessore regionale all'immigrazione Vittorio Bugli ha fatto capire che ci si può mettere d'accordo: «Sono sicuro che il sindaco potrà lavorare con la comunità per trovare soluzioni alternative, se quella prospettata dalla prefettura, non definitiva, non trova gradimento». A buon intenditore, non serve dire altro. E infatti si è subito detto soddisfatto il sindaco di Capalbio, il Pd (manco a dirlo) Luigi Bellumori, lo stesso che aveva definito l'arrivo dei profughi «una catastrofe lesiva dell'appeal di Capalbio». Ora si cercherà di far sparire la vicenda imbarazzante spazzandola sotto a un tappeto di compromessi. Magari si farà entrare il Comune nella gestione, così da spartire la torta dell'occupazione che il bando della Prefettura avrebbe consegnato nelle mani di uno dei giganti del settore. Ma è bastata la fugace polemica ferragostana a far sposare alla sinistra ogni slogan leghista sull'immigrazione. Uno per uno.
IL NUMERO
Il professor Alberto Asor Rosa, a proposito del caso Capalbio, dice che il paese non avrà problemi «ad accoglierne un numero sopportabile». Eppure fino a ieri chi si lamentava per i profughi in arrivo o denunciava «l'invasione», veniva bollato come allarmista dalla sinistra. E in città si è pure protestato facendo il paragone con Grosseto, cui sono stati destinati 160 profughi contro i 50 di Capalbio, pur essendo il capoluogo una città con molti più abitanti.
LA SICUREZZA
«Non potrà essere garantita dalla polizia municipale - ha protestato il sindaco Bellumori- che conta un solo agente a tempo indeterminato e due vigili estivi con il sindaco che ha il ruolo di comandante». Ed ecco, con una sola frase, convalidata da sinistra l'equazione «profughi-sicurezza».
L'ASSISTENZIALISMO
Altro tema caro alla Lega che da sempre dice sì agli immigrati che lavorano. Chicco Testa da sotto l'ombrellone gli fa praticamente eco: «Sì all'arrivo dei 50 migranti in paese se lavorano, no se devono stare a bighellonare tutto il giorno».
PRIMA GLI ITALIANI
Ancora il sindaco teme «che una comunità possa accettare che per un cittadino di Capalbio vengono spesi 31,28 euro l'anno in spesa sociale e per i richiedenti asilo 32,50 euro al giorno».
IL DECORO
Tra i moventi del lamento capalbiese, c'è il fatto che i profughi siano sistemati in «ville di
gran lusso» vicine «all'area più residenziale». «In 19mila ettari bisognava metterli proprio là?», ha chiosato il primo cittadino. Altra equazione «profughi-decoro». Morale: l'unico immigrato buono per Capalbio è la colf.
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