Mentre dalle imprese arriva l'allarme rosso sui rincari dell'energia, da fonti di Palazzo Chigi trapela che il governo sta valutando ulteriori misure per attenuare l'impatto del caro bollette. Lo conferma il viceministro all'Economia Laura Castelli: «Siamo al lavoro su un pacchetto di norme, anche strutturali. È una priorità, di cui c'è piena consapevolezza. Dobbiamo continuare a tutelare famiglie e imprese che con questi rincari non hanno più convenienza a produrre. Le bollette vanno abbassate subito».
Era stato poco prima Aurelio Regina, delegato Confindustria sull'energia a mandare un messaggio chiaro a Chigi: «Il Paese si assuma la responsabilità di mettere in piedi una politica di medio-lungo periodo perché se il costo dell'energia per le imprese lo stimiamo per quest'anno a 37 miliardi dagli 8 miliardi del 2019, il 2023 ce lo aspettiamo intorno ai 21 miliardi. Non c'è lo scenario che con la primavera tutto passa, vediamo un prezzo che un po' si abbassa ma poi si stabilizza nel tempo». Anche il leader della Lega Matteo Salvini sul tema annuncia un imminente incontro col premier Mario Draghi: «Eravamo da soli fino a qualche giorno fa a invocare un decreto per stoppare il caro bollette adesso il governo ci segue ed è importante mettere sul tavolo alcuni miliardi, perché ci sono imprese ferme, operai in cassa integrazione, famiglie al buio e al freddo». Stessa linea dei deputati M5s: «Il governo non può restare a guardare».
Si è mosso anche il Copasir, che sulla sicurezza energetica nella fase della transizione ecologica ha ascoltato in audizione il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, i vertici dei servizi segreti, oltre che l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e gli altri soggetti del settore. Nella sua relazione finale il comitato mette in guardia su una prospettiva che rischia di diventare strutturale: «Lo scenario attuale di incremento dei prezzi verosimilmente rischia di contrassegnare anche il 2022. I prezzi delle materie prime energetiche, seppur destinati a diminuire con l'arrivo della primavera 2022, non torneranno a livelli pre-pandemia - dicono il presidente Adolfo Urso e la relatrice Federica Dieni, vicepresidente, nella fase di transizione ecologica - Di ciò andrà tenuto conto per valutare l'opportunità di ulteriori interventi atti a compensare in maniera più strutturata il prezzo della bolletta energetica destinato a mantenersi elevato a lungo». Sentito in audizione, il ministro Cingolani ha descritto un mercato nazionale «fragile e più oneroso rispetto ad altri mercati europei».
E dalle parole dei direttori dell'Aise e dell'Aisi è emerso che «l'Italia è un Paese esposto verso esportatori esteri più di altri Stati europei, in particolare per il
gas, risorsa per la quale la dipendenza dalla Russia è forte e sarà indispensabile nella fase intermedia della transizione. Il Paese è quindi, dal punto di vista degli approvvigionamenti, in una situazione di vulnerabilità».
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