Carola Rackete, è giallo sulla foto segnaletica

Sui social è circolata la foto segnaletica della comandante della Sea Watch 3, arrestata a Lampedusa. Ma nessuno sa chi l'ha diffusa

Carola Rackete, è giallo sulla foto segnaletica

È giallo sul caso della foto segnaletica della comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, sul quale sta già indagando la Procura di Agrigento. Nella foto, circolata sui social e sul web, si vede infatti Carola Rackete seduta nella postazione della fotosegnalazione, con un agente di polizia in piedi accanto a lei e riconoscibile in viso. Uno degli scatti ha il logo dell’agenzia di stampa AdnKronos. La foto, riporta Repubblica, potrebbe essere stata inizialmente diffusa sul social network russo VKontakte e rilanciata da diversi utenti ma la sua diffusione è illegittima. Sembra, scrive sempre Repubblica, che l'immagine sia frutto della polizia scientifica diffusa per errore, visto che la foto era a uso interno.

Chi ha diffuso la foto della "Capitana"? Come scrive Open, il 29 giugno 2019 alle ore 21:33 un utente di nome Giancarmine Bonamassa pubblica sul social network russo Vkontakte la foto di Carola Rackete nell’ufficio della Polizia destinato allo scatto della foto segnaletica. Raggiunto da IlGiornale.it Giancarmine Bonamassa - sempre che questo sia il suo nome vero - spiega che non è lui ad aver diffuso lo scatto per primo: "L'ho presa dal web" afferma, senza fornire ulteriori dettagli. Bonamassa sostiene di "non essere un poliziotto" come qualcuno aveva ipotizzato e di essere "impegnato in campagna". Soprattutto, sottolinea, "non sono russo e non li amo affatto da 47 anni. Sono su Vk perché su Facebook mi hanno disattivato tutti i profili. Appena posto qualcosa, mi disattivano". Secondo la sua versione, dunque, la foto segnaletica di Carola proviene dal web e non dai social network anche se dice di non ricordare dove l'abbia presa. Difficile tuttavia stabilire se dica o meno la verità e se questo Giancarmine Bonamassa esista veramente nella realtà.

La pubblicazione dello scatto viola le disposizioni dell’articolo 25 del Codice per la protezione dei dati personali e l'articolo 8 del Codice di deontologica dei giornalisti. L'autore del post su Vk, tuttavia, si difende sottolineando che "poiché c'è un poliziotto in prima fila non si tratta della foto segnaletica". Nel frattempo la giustizia fa il suo. "Il Questore di Agrigento, nell'apprendere della diffusione di un'immagine che ritraeva Carola Rackete in una fase del foto-segnalamento avvenuto negli uffici a Lampedusa, ha immediatamente avviato una inchiesta interna finalizzata a ricostruire l'accaduto. L'accertamento ha dato inizio ad un procedimento disciplinare e gli atti sono stati trasmessi all'Autorità Giudiziaria competente", si legge nella nota diramata dalla Questura di Agrigento, che indaga dunque per scoprire chi l’abbia diffusa in rete.

Davide Faraone (Pd) attacca: "Chiederemo con un'interrogazione immediata di sapere chi è quel delinquente che ha scattato e messo in rete questa foto. Ci rivolgeremo al capo della polizia e chiederemo un intervento immediato. Una persona, chiunque essa sia, mentre è sottoposta a rilievi dattiloscopici, viene fotografata e sottoposta al pubblico ludibrio. Una vera e propria lapidazione social. Vergogna! naturalmente anche questa volta il ministro degli interni salvini, perennemente collegato sui suoi social, non avrà nulla da dire. #Seawatch #capitanacarola".

In molti, tuttavia, ipotizzano che la foto segnaletica di Carola Rackete postata su Vk sia in realtà un falso ma anche questo è molto difficile da appurare con una qualità

dell'immagine così bassa. Secondo la giornalista Annalisa Camilli, la foto segnaletica di Carola Rackete è vero ed "è stata scattata dentro l’hotspot di Lampedusa dove è stata portata per essere fotosegnalata la mattina dopo l’arresto". Sarà davvero così?

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