Le carriere con l'air bag di certi pm: sbagliano e vengono pure promossi

Il privilegio speciale delle toghe: da Esposito e Robledo a Woodcock, quando la punizione diventa un premio

Il pm di Napoli Henry John Woodcock
Il pm di Napoli Henry John Woodcock

Milano - Ammettiamolo: è il sogno di tutti. Una carriera con l' air bag , una vita con la rete di protezione, pochi rischi e tanto onore, l'invidiabile privilegio di cadere sempre in piedi e la lunare dispensa dai contraccolpi di uno sciagurato sfondone. Anzi, a volte pure l'insensato beneficio di un avanzamento per demeriti. È il sogno di tutti e per qualcuno è realtà. Prendete il giudice di Torino che - pochi giorni fa - è stato trasferito a Milano perché strapagava le consulenze all'amante. Non a Canicattì. A Milano, l'ufficio più prestigioso del Paese. Promoveatur ut amoveatur . A essere trombati in questo modo, c'è da metterci la firma.

Vincenzo Toscano - il magistrato del capoluogo piemontese - ha affidato «incarichi remunerati» a una consulente a «cui era legato da vincoli sentimentali». La Cassazione, che lunedì ne ha confermato il cambio di sede, spiega che dava lavoro alla compagna, liquidava «compensi molto superiori alla media degli altri consulenti», e si lavorava il collegio giudicante «per ottenere una decisione favorevole» alla donna. Cosa sarebbe accaduto in qualunque azienda privata? Ma la giustizia segue altre regole. Quindi, l'insopportabile sanzione è stata la perdita di un anno di anzianità - e capirai - e il trasferimento nel palazzaccio più in vista d'Italia. Diciamola tutta: promosso.

Ma per uno che da Torino viene a Milano, due fanno il tragitto opposto. L'estenuante disputa tra il procuratore Edmondo Bruti Liberati e il suo ex vice Alfredo Robledo si è conclusa con il trasloco di quest'ultimo in Piemonte. Che onta. Oddio, diciamo un alone. I fatti: secondo il Csm, Robledo è culo e camicia con l'avvocato della Lega Domenico Aiello. Gli «soffia» notizie riservate su un fascicolo che coinvolge alcuni politici del Carroccio. Vero o falso che sia, il punto è un altro: l'organo di autogoverno dei magistrati gli attribuisce un «provato rapporto di contiguità con l'avvocato Aiello», «improntato allo scambio di favori», così come è «inequivoca» la «propalazione» al legale dei lumbard «di atti coperti dal segreto». Sembra grave. Perciò via, Robledo lasci Milano e dismetta i panni da pm. E cosa va a fare? Il giudice. Un gradino più in alto nella scala evolutiva dell' homo togatus .

Ma a Torino è andato anche un giovane pubblico ministero milanese, anche lui silurato con tutte le cautele. È una storia di leggerezze e bella vita, quella di Ferdinando Esposito, di amicizie bislacche e di un'improvvida visita ad Arcore che gli ha attirato gli strali di Ilda Boccassini. Che l'ha indagato, l'ha fatto pedinare e intercettare, e poi ha mandato gli atti a Brescia, dove un fascicolo è stato aperto senza che finora abbia portato ad alcunché. Anche su Esposito si è pronunciata la disciplinare del Csm: non può più fare il pm a Milano, sarà gip a Torino. A parte l'incomodo della breve trasferta, la carriera del magistrato prosegue spedita.

Sono solo tre storie, le più recenti. Ma sono storie che si ripetono. Henry John Woodcock - quello dei disastri Vip Gate e Savoia Gate - da Potenza finisce a Napoli (qualche dubbio su quale sia la sede più rilevante?). Per le disfatte giudiziarie Why not e Toghe lucane , Luigi De Magistris se la cava con censura, trasferimento e cambio di casacca: da pm a giudice. Ma per non sbagliare, Giggino Masaniello sceglie la terza via: la politica. Ai magistrati di sorveglianza che concedono la semilibertà ad Angelo Izzo, e grazie alla quale il «mostro del Circeo» torna a uccidere, il Csm riserva un ammonimento. L'ex magistrato antimafia di Napoli che va a caccia con i boss viene assolto dal Consiglio. E il sottobosco degli sconosciuti è pieno di miracolati. Vero che ultimamente le condanne nei procedimenti disciplinari sono aumentate, ma si tratta perlopiù di sanzioni minime. Di gente cacciata dalla magistratura, negli ultimi vent'anni, se ne conta sulle dita di una mano. Quanto alla responsabilità civile, peggio che andar di notte: in un quarto di secolo i ricorsi accolti sono stati quattro su 400.

È un tratto tristemente sbagliato in questa nobile categoria, semidei del diritto con la tendenza all'autoassoluzione. Avete mai visto la deferenza con cui un avvocato bussa all'ufficio di un pm? Credete davvero che in un'aula di giustizia accusa e difesa godano sempre di pari dignità? Ci dev'essere qualcosa che, strada facendo, scolla alcuni magistrati dal mondo reale. Non si spiega altrimenti, sennò, la meravigliosa ingenuità con cui il fu presidente del tribunale di sorveglianza di Milano Francesco Castellano si rivolse al Csm.

Accusato di aver brigato per parare il didietro all'indagato Giovanni Consorte, Castellano propose alla disciplinare del Consiglio la sua soluzione. Facciamo così: io lascio Milano, voi mandatemi in Cassazione. Non si sa se a qualcuno scappò da ridere, ma almeno in quel caso sembrò troppo persino ai suoi pari.

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