La Casa Bianca smonta le polemiche sull'etica. "Biden non cambia idea"

I funzionari Usa: "Si parlerà di diritti riproduttivi". Sospetti: "Caso dal nulla"

La Casa Bianca smonta le polemiche sull'etica. "Biden non cambia idea"
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Per buona parte della prima giornata di un G7 che deve affrontare questioni come le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, i rapporti con la Cina, quelli col Sud del mondo e la gestione delle migrazioni, si finisce per parlare di aborto. Surreale, ma tant'è.

Tutto nasce alla vigilia del vertice, quando fonti Ue (pare francesi) fanno trapelare che l'Italia aveva chiesto che nel testo del comunicato conclusivo del summit, messo a punto in queste ora dagli sherpa diplomatici, non venisse citato il «diritto all'aborto».

Un segnale, secondo i critici del governo, del passo indietro che Giorgia Meloni vorrebbe imprimere ai diritti, non solo in Italia ma a livello internazionale. Nel corso della mattinata, si cerca di alimentare la polemica. L'occasione viene dal briefing che il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, convoca per la stampa al seguito della Casa Bianca, compreso Il Giornale. A Sullivan, l'inviato di Repubblica, dando per buone le indiscrezioni del giorno prima, chiede se Biden sia a conoscenza che dalla dichiarazione finale dei leader sia stato cancellato «ogni riferimento all'aborto e ai diritti riproduttivi» e se il presidente Usa intenda sollevare la questione nel suo bilaterale di oggi con Meloni. La risposta di Sullivan, del tutto ignaro della polemica, è standard: «Il presidente parla sempre di diritti umani in tutte le sue interazioni, sia con gli amici che con i concorrenti e gli avversari». E, aggiunge, «non mi aspetto che i prossimi due giorni saranno diversi». Quanto al merito della polemica, Sullivan prosegue: «Non so dire riguardo al punto specifico. Non ne ho sentito parlare riguardo alle discussioni sul comunicato». Abbastanza, secondo l'interpretazione che ne viene data, per agitare lo spettro di uno «scontro» sull'aborto tra Biden e Meloni.

Nel frattempo, l'Ansa riferisce che nella bozza del comunicato finale non c'è la parola «aborto», ma solamente un riferimento all'impegno del G7, già assunto nel vertice di Hiroshima, ai «diritti alla riproduzione». In sostanza, si preferirebbe usare questa terminologia, invece del termine «aborto», che invece era presente nel testo del vertice giapponese. A questo punto interviene di nuovo la Casa Bianca. Un alto funzionario assicura che nel comunicato finale del G7 si parlerà della salute e ai diritti riproduttivi delle donne. «Il comunicato ribadirà l'impegno preso a Hiroshima. Non ho esattamente davanti a me la bozza del testo, ma riaffermerà l'impegno preso a Hiroshima», spiega il funzionario. Da notare che «diritti riproduttivi» è esattamente la terminologia impiegata dal cattolico Biden ogni volta che deve affrontare il tema. In serata, fonti italiane assicurano che «nel testo che verrà pubblicato domani non si fa nessun passo indietro» sull'aborto rispetto al comunicato finale di Hiroshima e che «non si è tolto nulla».

Insomma, una polemica creata sul nulla, «panna montata», la definiscono ancora fonti italiane. «Il sospetto - dicono - è che ci sia stata un po' di strumentalizzazione post elettorale, qualcuno che magari abbia voluto inserire un elemento di disturbo in un G7 che pare fin qui stia andando benissimo».

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