Ciak e click, le giornate di Virginia Raggi sono tutte uno scatto, ma sempre indietro. Ieri poi per la sindaca è stata una giornata un sacco brutta. Prima è arrivato l'attacco di Carlo Verdone, icona romana e romanista, attore e regista: «Per la Roma di oggi sono molto triste, è stata una grande città e ci vorrà tanto tempo perché si risollevi. Per girare un film, come sto facendo al Pantheon, dobbiamo operare in orari improbabili, a negozi chiusi, altrimenti è un suq indecente». Vabbè, ma è pure la città dove hanno girato la Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Però anche su questo Verdone ha la risposta pronta: «Per poter girare a Roma delle prospettive decenti bisogna farle solo in certi orari. Come ha fatto Sorrentino? Semplice, ha girato di notte».
Il comico romano parla sul set di Benedetta follia, il suo ultimo film. E non fa sconti: «Se andiamo avanti così nessuno girerà più a Roma. Il suolo pubblico costa tantissimo e i negozianti poi non ci vogliono. Per non parlare dell'iter burocratico, che è spaventoso». Quindi l'entrata a gamba tesa sulla giunta Raggi: «Occorrono persone capaci che facciano davvero il bene comune. Non si devono sbagliare i collaboratori. Certo, quelli di Roma sono problemi atavici, ma, per fare un esempio, qualche giorno fa ho visto due pozze d'acqua a cielo aperto e mi sono chiesto perché non c'è nessuno che corra a ripararle».
Ciak, la ruota gira. E adesso click, non per spegnere la luce, ma per pigiare sulla tastiera del computer. Perché ieri Virginia Raggi si becca anche la legittima. Ora la sindaca di Roma è «legittimamente incompetente», a dirlo non è un romano qualunque, ma Davide Casaleggio, un ragazzo che invece di andare al mare ad agosto (è pallido come uno straccio) lavora per regalare il Grande Fratello alla creatura creata da papà Gianroberto e dal fraterno amico Beppe Grillo. E se un giornalista (straniero) definisce la prima cittadina non proprio «un modello di competenza», Casaleggio replica: «È una critica legittima, ma non la condivido». Poi, se non bastasse, lascia la grillina al suo ingrato destino: «La sindaca Raggi è pienamente autonoma in tutte le decisioni, come lo è sempre stata e ha il pieno supporto del M5s».
Così il giovane guru vorrebbe archiviare l'ultima grana romana, quella che vede congelato Andrea Mazzillo, assessore al Bilancio, dissidente. Pensare che ieri il manager a Cinque Stelle si era trattenuto in città per presentare la nuova versione di Rousseau, la piattaforma che decide e deciderà sempre di più le sorti degli italiani che votano Movimento Cinque Stelle. Per ora ha circa 140.000 iscritti, «ma entro l'anno contiamo di arrivare a un milione», dice il ragazzo. La (sua) politica è tutta un click, un gesto dal basso verso l'alto, comunque, come quell'annuire che fa con la testa chi è seduto al suo fianco, Danilo Toninelli, ex carabiniere diventato poi assicuratore e ora deputato pentastellato. Lui è un vero recordman dell'annuire, dopo un po' ci si stanca di contare, ma non è altrettanto ossequioso, invece, nel rispondere alla domanda di una giornalista (italiana) che vuol sapere che destino toccherà all'ultimo assessore dissidente: «Mazzillo? Resterà al suo posto».
E quando lo dice il cittadino Toninelli non guarda neppure in faccia il suo interlocutore, marcia sprezzante, verso la sala, verso il gran capo Davide, incontro a un nuovo business da mettere in Rete, camuffato con il pensiero illuminato di Rousseau.Un'ultima cosa Toninelli la dice, difende la sindaca spiegando che con lei il Movimento risolverà problemi ereditati da altri. È la legittima, tocca a tutti i successori. Click, la lunga notte di Roma continua.
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