Ha preso la parola a sorpresa, nel corso di un appuntamento elettorale nella sua città, e ha annunciato di rimettere le deleghe di super assessore al Bilancio del Comune di Salerno. Roberto De Luca è la prima testa eccellente della politica che rotola nel cestino dell'inchiesta su rifiuti e mazzette della Procura di Napoli.
Indagato per corruzione sulla scorta del video di Fanpage, il figlio del governatore campano che ieri era in platea insieme all'altro rampollo, Piero, candidato alla Camera per il Pd nel «feudo» di famiglia viene citato in un filmato dal suo amico e collega commercialista Francesco Colletta a proposito di percentuali su presunte mazzette che l'«agente provocatore» Nunzio Perrella, ex boss delle ecomafie, avrebbe dovuto versare per poter vincere i ricchi appalti per la rimozione delle ecoballe, triste e dannosa eredità della stagione delle emergenze del biennio 2008-2009.
«Dal video di Fanpage.it si capisce che c'è stata un'attività di provocazione, addirittura ingaggiando personaggi di dubbia moralità, che anche se hanno pagato il proprio debito con la giustizia adesso sembra che siano dei giustizieri mascherati ha detto De Luca jr -. C'è un'indagine in corso quindi non entro nel merito della questione - ha aggiunto - ma sono assolutamente tranquillo». Un gesto che, per il diretto interessato, serve a «tutelare anche il partito, le istituzioni che rappresento e la mia famiglia». Atto «doveroso», lo ha definito De Luca jr, che consentirà «di proseguire questa campagna elettorale con ancora più slancio e maggiore entusiasmo e determinazione».
Nel video, Perrella chiede più volte, con insistenza, se l'aliquota del «15 per cento» fosse comprensiva «anche del signor Roberto» ottenendone risposta affermativa da Colletta, ex carabiniere esperto di appalti e già distaccato presso il nucleo informativo. Nel reportage, De Luca jr che non è presente però al momento della «trattativa» - fa anche il nome del professor Vincenzo Belgiorno indicandolo come colui che può rappresentare l'interlocutore giusto per le discussioni tecniche in Regione Campania. Belgiorno è infatti consulente (a 66mila euro l'anno) del governatore campano per i temi della sicurezza ambientale.
Sul fronte delle attività investigative, nelle prossime ore inizierà l'analisi del materiale sequestrato agli indagati e dei filmati acquisiti nella redazione di Fanpage (il cui direttore Francesco Piccinini e il reporter Sacha Biazzo sono indagati per istigazione alla corruzione) alla ricerca di spunti utili. Sono tre i filoni di indagine aperti sulla gestione dei rifiuti, uno solo dei quali è scaturito dall'attività di giornalismo sotto copertura della testata online. Quello che vede coinvolti il consigliere regionale (e candidato alle Politiche) di Fratelli d'Italia, Luciano Passariello, e altri soggetti che hanno dichiarato di appartenere alla cerchia della sua segreteria come Agostino Chiatto, dipendente di Sma Campania. L'azienda ambientale in house di Palazzo Santa Lucia che si occupa anche della Terra dei Fuochi. Un target, secondo la ricostruzione degli inquirenti, per la camorra che aveva intenzione di infiltrarsi nelle gare per i rifiuti e le bonifiche.
La Procura, diretta da Gianni Melillo, è convinta che i clan Cimmino e Bidognetti, storicamente alleati, fossero in movimento per occupare spazi e potere economico nel grande business della Terra dei fuochi. L'altro procedimento è invece aperto sulle modalità di aggiudicazione dei primi bandi per la rimozione delle ecoballe. Una gigantesca operazione da 450 milioni di euro.
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