Cdp, il premier vuole arraffare tutto Nuovo statuto per piazzare il suo ad

Già convocate assemblea straordinaria e ordinaria. C'è da sostituire Gorno Tempini che non vuol lasciare

Cdp, il premier vuole arraffare tutto Nuovo statuto per piazzare il suo ad

Roma - Per allontanare Franco Bassanini dalla Cassa depositi e prestiti, Matteo Renzi ha ingaggiato (e vinto) un braccio di ferro con le fondazioni bancarie che lo avevano indicato come presidente. Per rimuovere Giovanni Gorno Tempini da amministratore delegato, il governo ricorre alla modifica dello statuto.

Il consiglio di amministrazione della Cassa depositi ha infatti convocato un'assemblea straordinaria e una ordinaria per il 10 luglio in prima convocazione e il 14 luglio in seconda. All'ordine del giorno «l'approvazione di modifiche statutarie e l'adozione di decisioni sugli amministratori».

Una scelta radicale. Solo modificando lo statuto, infatti, viene meno la suddivisione dell'indicazione fra presidente e amministratore. Secondo quello in vigore, il presidente veniva indicato dalle fondazioni; e l'amministratore delegato dal ministero dell'Economia. Con la modifica dello statuto, questa suddivisione viene meno: come di fatto è già venuta meno con l'accoglimento da parte di Bassanini dell'invito a dimettersi per far posto a Claudio Costamagna; e accettare l'incarico di consigliere del presidente del Consiglio sulla banda larga, conservando il ruolo di presidente di Metroweb: la società pubblica che deve realizzare le infrastrutture per la banda larga.

Tra l'altro, sembra che Bassanini abbia rifiutato, dopo il trasloco di Delrio al ministero delle Infrastrutture, la posizione di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, dov'è poi approdato De Vincenti. Ma non s'era dimesso l'amministratore delegato, cioè Gorno Tempini. E nemmeno si erano dimessi i cinque consiglieri di amministrazione di nomina governativa: tutti alti funzionari del ministero dell'Economia. Una mossa che rendeva impossibile al governo sostituire Gorno Tempini che - ai tempi - era stato indicato in quell'incarico su segnalazione dell'Economia.

Così, il governo ha invitato Bassanini a convocare l'assemblea straordinaria per modificare lo statuto. In tal modo, sarà possibile modificare l'originale ripartizione di nomina: presidente delle fondazioni e ad di nomina governativa. Vale a dire, le farà tutte il governo.

In compenso, le fondazioni otterranno (e qualcosa hanno già ottenuto con i decreti delegati della delega fiscale) agevolazioni fiscali. Difficilmente la spunteranno, invece, sulla garanzia di veder scritto nel nuovo statuto l'impegno a ricevere dividendi predefiniti.FRav

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