Quella censura collettiva su "Fontana assassino"

L'attacco al presidente lombardo quasi ignorato dai quotidiani. Nulla su "Fatto" e "Repubblica"

Quella censura collettiva su "Fontana assassino"

Premessa: quella che state per leggere è una rassegna stampa scarna e striminzita. Poco più di una fotonotizia a pagina 5 del Corriere della Sera, qualche riga con foto su Libero, la prima domanda di un'intervista de La Stampa e un breve articolo sul giornale milanese Il Giorno. Niente su Repubblica e, ovviamente, silenzio da parte del Fatto di Marco Travaglio. Ma nessun altro quotidiano, escluso il Giornale - che ne ha dato ampio risalto - e i pochi citati nelle prime righe di questo pezzo, ha ritenuto opportuno pubblicare la notizia dell'inquietante scritta apparsa venerdì su un muro di Milano. «Fontana assassino», a caratteri cubitali, siglata con una grande falce e martello e rivendicata dai Carc: Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo. Eppure si tratta di una dimostrazione lampante del «clima di odio» che si respira in Italia. Evidentemente la prodezza degli estremisti di sinistra non è stata giudicata all'altezza di prime pagine e titoloni indignati. Stavolta gli editorialisti sono rimasti in panchina. E abbiamo fatto a meno di pensosi fiumi di inchiostro sulla necessità di bandire e stanare i violenti.

«Insulti contro Attilio Fontana, solidarietà bipartisan» è il titolo dell'algida cronaca del Corrierone. Dove vengono riportate in tono asettico le dichiarazioni dei politici. Con «la Lega che fa quadrato attorno al governatore» e «la solidarietà da parte di tutte le istituzioni e le forze politiche». Compreso il tweet di rito del sindaco dem di Milano Beppe Sala. Mentre La Stampa chiede al presidente leghista: «È apparsa una scritta su un muro di Milano: "Fontana assassino". Che ne pensa?» Scartata l'ipotesi di complimentarsi con i balordi, Fontana non può che rispondere che «c'è un clima avvelenato che qualcuno ha voluto creare nel Paese. Un clima antilombardo». Il Giorno se la cava con il cerchiobottista «Insulti a Fontana, polemiche e solidarietà». Gli altri fanno peggio e relegano la vicenda alle brevi sui loro siti web. Lasciando affogare il fattaccio nel «rullo» degli aggiornamenti istantanei dell'online. Cancellato con un refresh.

Sul web molti liquidano la questione come «il gesto di un idiota», nonostante l'azione sia stata rivendicata da un gruppo politico di sinistra radicale. E su Twitter alcuni followers di Sala, rispondendo al commento di solidarietà del sindaco di Milano, per poco non giustificano l'accaduto. Ecco qualche cinguettio: «le ingiurie sono da condannare però certa gente dovrebbe stare in rigoroso silenzio dopo continui, disastrosi, errori di gestione», «Milano non può tollerare neanche questo disastro», «invece le prese per il c*** di Fontana ai 15mila morti potete tollerarle benissimo», «Sindaco, con decine di migliaia di morti solo in Lombardia e una situazione fuori controllo direi che col murale va di lusso», «la mia solidarietà va ai morti, ai familiari dei morti, agli ammalati e a quelli incazzati che la pensano come chi ha scritto il murale». Sono decine i tweet di questo tenore.

Tornando ai giornali, sicuramente la reazione sarebbe stata diversa, e comunque giustissima, se un murale del genere fosse comparso all'indirizzo di Silvia Romano, per rimanere sull'attualità.

In questi giorni in cui la volontaria milanese convertita all'Islam è stata oggetto di insulti e minacce, prevalentemente sui social. Proprio a dimostrazione del «clima di odio» che si respira in Italia. Un odio bipartisan, come la rituale solidarietà politica nei confronti di Fontana riportata freddamente dalle cronache dei quotidiani.

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