Il centrodestra compatto. "Niente aiuti, voto subito. Ora Conte venga in Aula"

Nota congiunta dei tre leader: "Se premier senza fiducia, restano soltanto le elezioni"

Il centrodestra compatto. "Niente aiuti, voto subito. Ora Conte venga in Aula"

«Conte prenda atto della crisi e si dimetta immediatamente o, diversamente, si presenti oggi in Parlamento per chiedere un voto di fiducia» è la richiesta comune del centrodestra dopo l'apertura ufficiale della crisi e le dimissioni delle ministre di Renzi. «Se non ci sarà la fiducia, la via maestra resta quella delle elezioni».

Al presidente della Camera, si è detto durante la riunione, sarà chiesto di non consentire lavori per oggi se prima Conte non sarà venuto in aula a verificare se ha ancora una maggioranza. Nella nota congiunta si legge un appello al Colle: «Ci affidiamo alla saggezza del Presidente della Repubblica per una soluzione rapida».

«Compattezza» è la parola d'ordine del vertice, convocato alle 18, in contemporanea con l'esplosione della maggioranza, per offrire l'immagine di un centrodestra largo e unito. Ci sono il leader della Lega, Matteo Salvini, il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ma anche Giovanni Toti di Cambiamo!, Lorenzo Cesa dell'Udc, Maurizio Lupi di Noi con l'Italia. Non si è collegato Silvio Berlusconi.

«Nessun responsabile», «nessun patriota», «nessun governo con il Pd» si ripetono l'un altro durante l'incontro a ranghi completi. Come si legge nella nota, «i partiti del centrodestra ribadiscono con chiarezza la loro indisponibilità a sostenere governi di sinistra».

Il voto è considerata la via preferenziale «per riportare al governo del Paese una maggioranza coesa ed omogenea, con un programma condiviso» e «all'altezza dei problemi drammatici».

Le elezioni sono chieste in modo esplicito dalla Lega ma soprattutto da Fratelli d'Italia. I sondaggi insistono nel dare al centrodestra un ampio margine di vantaggio, in quasi tutti gli scenari. Naturalmente, perché si arrivi al voto, sempre ricordando che indire le elezioni tocca al Quirinale, è necessario che non si ricomponga la maggioranza di governo e che non esistano altre maggioranze in Parlamento. Se la maggioranza si ricomporrà, dice Tajani, è bene muoversi rapidamente: «Con 600 morti al giorno e centinaia di migliaia di imprese che rischiano di chiudere non c'è tempo da perdere, i partiti di sinistra facciano in fretta. Ripeto, l'appello è fare in fretta». L'auspicio del Quirinale ad agire con grande velocità è ripreso anche da Maurizio Lupi di Noi con l'Italia: «Bisogna fare presto perché questa sceneggiata continua la pagano le famiglie, le imprese, il Paese intero».

Salvini, alla fine del vertice, spinge sull'acceleratore del voto e si chiede perché, in una situazione politicamente controversa, non sia possibile andare ad elezioni nonostante la pandemia, dal momento che si vota in numerosi Paesi di cui il segretario della Lega ha anche fornito l'elenco: «Chiediamo che Conte venga in Parlamento a spiegare agli italiani cosa sta succedendo. Se c'è un governo, trovino i numeri e facciano, altrimenti si facciano da parte».

La presidente di Fdi, Giorgia Meloni, spinge sul voto: «Ci appelliamo al presidente della

Repubblica Mattarella perché si possa chiudere questa querelle il prima possibile. In tutto il resto d'Europa stanno votando. L'Italia non può permettersi di perdere altro tempo. Conte si dimetta e si vada a elezioni subito».

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