Il centrodestra è primo. Ma non è stato capace di far votare gli indecisi

L'alleanza ha più consensi, però molti hanno disertato le urne perché scontenti dei candidati

Il centrodestra è primo. Ma non è stato capace di far votare gli indecisi

Nel passato, le elezioni amministrative, malgrado riguardino solamente la designazione di sindaci e consiglieri comunali, hanno avuto effetti importanti anche sul Governo, talvolta con dimissioni e rimescolamenti di ministri. Questa volta, molto probabilmente, non sarà così: secondo tutti gli analisti e gli osservatori, l'esecutivo guidato da Draghi non dovrebbe avere contraccolpi e proseguire nel suo lavoro almeno fino alla elezione del Presidente della Repubblica. Anche perché, oltre a riguardare solo una parte dei comuni italiani, l'affluenza è stata modesta, di poco superiore il 50% e ancor meno nelle grandi città. Insomma, queste elezioni hanno «mobilitato» assai poco i cittadini.

Ciò nonostante, ci saranno effetti molto importanti sui partiti, specie per ciò che riguarda i loro equilibri interni, ma anche verosimilmente, nei rapporti tra di loro. Le conseguenze principali si verificheranno nel centrodestra: un'area per la quale queste elezioni hanno rappresentato sostanzialmente una sconfitta. Se il centrosinistra vincerà al ballottaggio a Torino e a Roma (entrambi eventi possibili) si tratterà addirittura di un vero e proprio «cappotto», che vede il centrodestra soccombere in tutte e cinque le principali città in cui si è votato (con la parziale consolazione della vittoria, peraltro scontata, di Occhiuto in Calabria). La sconfitta è tanto più amara perché, sino a qualche mese fa, era tutt'altro che scontata. A Milano, ad esempio, prima dell'estate, il centrodestra era dato da molti sondaggi come vincente in termini di consensi. E le rilevazioni condotte su alcuni candidati di cui si era parlato (Albertini in primo luogo) mostravano come questi ultimi avessero ottime possibilità di sconfiggere il sindaco uscente. Viceversa, il candidato tardivamente e faticosamente prescelto ha mostrato sin da subito le sue debolezze. Forse perché poco conosciuto o per il poco tempo a disposizione per la campagna elettorale, Bernardo è apparso stentare a convincere lo stesso elettorato di centrodestra e, ancora meno, quello fondamentale degli indecisi. Secondo diversi osservatori, una quota significativa del centrodestra si è astenuta non volendo votare né lui né Sala. Col risultato che quest'ultimo ha vinto al primo turno e che l'affluenza (come peraltro anche a Torino) è scesa sotto il 50%. Segno che buona parte dei cittadini non è stata trascinata da nessuno dei due candidati principali (e nemmeno dagli altri).

Un discorso in parte analogo, naturalmente mutatis mutandis, si può fare per il caso di Roma. Anche qui il candidato prescelto dal centrodestra ha suscitato perplessità in alcune aree del suo stesso elettorato. Conducendo una campagna elettorale che è stata criticata da molti. Nella capitale, diversamente che a Milano, andremo al ballottaggio, ma tutti i sondaggi attualmente disponibili suggeriscono che Gualtieri (che godrà dell'apporto di una buona parte dei voti andati al primo turno a Virginia Raggi) finirà col prevalere. Insomma, la scelta dei candidati «civici» per il centrodestra (un'opzione obbligata data la difficoltà di un accordo tra i partiti su figure «politiche») non ha dato buoni frutti. Ma non si tratta solo di «scelta sbagliata dei candidati», come hanno detto in molti. Le ricerche suggeriscono anche che alcune delle tematiche più sostenute dal centrodestra negli ultimi mesi (dai no green pass in poi) forse non erano totalmente in sintonia col suo elettorato.

Anche a Torino il risultato del centrosinistra è andato oltre le aspettative e non era totalmente previsto dai sondaggi. Grazie anche al forte tasso di astensione: come a Milano, ha votato meno della metà degli aventi diritto. Alcune rilevazioni suggeriscono che la diserzione dalle urne sia stata più intensa nelle zone meno centrali che, in passato, hanno rappresentato un serbatoio per il centrodestra.

Infine, una notazione di cautela. Il centrosinistra tende oggi, non solo in Italia, ma in molte parti d'Europa (e perfino a Istanbul che in Europa è solo per metà) a prevalere nelle grandi città, rimanendo in minoranza altrove. Anche per questo, occorrerà esaminare attentamente i risultati di queste elezioni in tutti i comuni in cui si è votato e non solo nei maggiori.

A livello nazionale in Italia il centrodestra è ancora avanti sul piano dei consensi. Alla luce della debacle di queste amministrative, riuscirà a trovare la coesione e la visione per mantenere questo vantaggio sino alle prossime elezioni politiche

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