C'è già chi parla di «patto di Vietri sul mare», la città campana patrimonio dell'Unesco, famosa nel mondo per le ceramiche e l'artigianato, oltre che per i panorami a strapiombo della Costiera. È la tappa campana dei tre appuntamenti comuni dei leader del centrodestra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Oggi saranno a Bari, per appoggiare la candidatura di Raffaele Fitto e il 18 settembre in Toscana per chiudere la campagna di Susanna Ceccardi.
È proprio l'unità del centrodestra in tutte e sette le sfide elettorali, contrapposta alle divisioni nella maggioranza giallorossa, l'argomento forte ripetuto da Tajani, Meloni e Salvini. Un terremoto (per quanto ritenuto poco probabile) in tutte le regioni guidate dalla sinistra stravolgerebbe gli equilibri politici anche a Roma, o almeno è quel che sperano Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia.
Il candidato in Campania, Stefano Caldoro, è di Forza Italia ed è Tajani, vicepresidente del partito, la cui famiglia è originaria di Vietri, ad aprire il comizio con una botta di ottimismo: «La partita si può vincere anche sette a zero. Cercheremo di segnare tutti e sette i gol. Dobbiamo dimostrare di essere sempre uniti». Salvini, la cui Lega si presenta per la prima volta in Regione Campania, condivide il concetto: «C'è aria di cambiamento in tutta Italia, in particolare in Campania. Mi aspetto belle sorprese. Sarà un voto poco ideologico, molto concreto. La nostra squadra è compatta a Napoli Treviso Genova Ancona Bari Firenze. Gli altri litigano su tutto, a partire dalla legge elettorale». Così anche Meloni insiste sulla compattezza: «È l'ennesima dimostrazione di una coalizione che sta insieme per scelta, persone che condividono le stesse idee, mosse dal tentativo di offrire risposte ai propri cittadini. Siamo una coalizione che sta insieme per scelta, con la stessa idea. Coerenza che dall'altra parte non troviamo».
Tajani punta molto sul tema scuola, perché la Regione Campania ne ha rinviato l'apertura, e, così come Salvini («riapriremo i troppi ospedali chiusi»), sulle difficoltà della sanità non di eccellenza: «Il governo nazionale e regionale sono incapaci di riaprire le scuole. Si può fare molto anche per la sanità in questa regione e per combattere il sistema clientelare». Il metodo è quello ribadito dagli alleati: «Il centrodestra può offrire unità, cosa che la sinistra non offre. Noi ci presentiamo con un solo candidato come in tutta Italia. Loro anche qui, non avendo un solo candidato, annunciano che non riconoscono la buona amministrazione del governo di sinistra, perché se a Roma sono uniti e qua sono divisi vuol dire che c'è qualcosa che non va».
Arriva poi l'attacco al presenzialismo televisivo di Vincenzo De Luca, che ha spopolato diventando un personaggio molto noto durante il lockdown. Lo critica Tajani: «Non abbiamo bisogno di showman, attori o protagonisti televisivi. Abbiamo avuto Totò e Eduardo». Duro attacco anche dalla Meloni: «Vediamo De Luca prendere le distanze dal governo nazionale ma parliamo di un'espressione del governo nazionale: si vota lui e ci si tiene la Azzolina. E poi se voti un politico perché ti fa ridere è normale che ti ritrovi una politica che ti fa ridere». E Salvini: «Se De Luca facesse un giro sulla circumvesuviana smetterebbe di ridere».
Un altro tema è il no all'assistenzialismo, lanciato dalla Meloni: «Bisogna puntare su infrastrutture, aziende, e dire no a reddito di cittadinanza e rendite di Stato».
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