La Cgil resta neutrale nello scontro Pd-Leu

"I candidati decadono". Ma il diktat fa infuriare "Potere al popolo"

La Cgil resta neutrale nello scontro Pd-Leu

Roma - State lontani dalle elezioni. Non utilizzate le strutture del sindacato né i simboli della Cgil per fare campagna elettorale. Se vi candidate perderete i vari diritti sindacali come permessi e aspettative retribuite.

Sono elezioni difficili per la Cgil, divisa tra il Partito democratico di Matteo Renzi e Liberi e uguali, quello che resta della vecchia ditta di Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani. Poi ci si è messo anche Potere al Popolo, lista dell'ultrasinistra appoggiata pubblicamente da una lista di dirigenti della Cgil. Tanta confusione che la segreteria di Corso d'Italia ha deciso di arginare.

Una circolare diffusa giorni fa dal segretario Nino Baseotto, responsabile dell'organizzazione, ha ricordato a militanti e dirigenti la condotta, in vista delle elezioni politiche del 4 marzo. Ufficialmente un richiamo allo Statuto. Ma suona come un non expedit.

Le strutture si dovranno attenere «scrupolosamente» al dettato delle regole interne. In particolare dove prevedono che «la candidatura» comporta «l'automatica decadenza da ogni incarico esecutivo e la sospensione degli organi direttivi di emanazione congressuale». Solo dopo dodici mesi, in caso di mancata elezione, il dirigente Cgil potrà rientrare.

La circolare sottolinea che «la candidatura fa tassativamente venire meno, da subito, le condizioni per potere usufruire di tutte le libertà sindacali», quindi le aspettative previste dallo Statuto dei lavoratori, «distacchi retribuiti sia da imprese private che dalla pubblica amministrazione, etc».

Minaccia non da poco. Non tanto per i nomi dei big del sindacato messi in lista, che sono pochi e di fatto senza incarichi (nel Pd l'ex segretario dei pensionati dello Spi Carla Cantone in Leu l'ex segretario generale Guglielmo Epifani), ma per i tanti che hanno inteso candidarsi in coda alle liste per spirito di servizio.

C'è una parte della circolare che chiarisce ulteriormente la ratio del richiamo. I simboli della Cgil «non debbono essere utilizzati a fine di propaganda di partito o di candidato». Idem per le strutture. Compresi «schedari, risorse economiche». Chiaro il sospetto. Qualche partito o candidato potrebbe cercare di usare gli uffici e magari prelevare i nominativi degli iscritti per farsi propaganda. Le segreterie si dovranno occupare di fare rispettare il tutto e comportanti «non conformi allo Statuto», saranno segnalati alla Commissione di garanzia.

Un modo per scoraggiare i sindacalisti a impegnarsi in elezioni difficili per la sinistra e per il sindacato della sinistra. Ma secondo Augustin Breda, storico segretario della Fiom Elecrolux che oggi milita in Potere al Popolo, la circolare è ritagliata su misura sugli eretici del sindacato come lui. La lista dell'ultrasinistra ha lanciato un appello firmato da 100 esponenti della Cgil. «Abbiamo ricevuto oltre 250 adesioni.

Non è corretto che la Cgil ci impedisca di esprimere la nostra posizione quando i pensionati sono schierati con il Pd e il segretario Camusso non si è peritata di esprimere il proprio sostegno al candidato di Leu alla Regione Lombardia Onorio Rosati». Chiara l'accusa. Il non expedit vale solo per alcuni.

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