I l nostro piatto sta cambiando ma soprattutto notatelo cambia anche il menu dei ristoranti. Il gusto c'entra poco, e pure le mode in fondo: ormai le fortune di un ingrediente in cucina possano sempre più per la considerazioni su quanto sia sostenibile per l'ambiente. Le considerazioni su questo fronte sono varie: dalla lunghezza dei trasporti (il chilometro zero ormai è un mantra che tutti conosciamo), l'uso più o meno intensivo delle terre, le emissioni di gas serra, la cosidetta carbon footprint, l'impronta di carbonio che quell'alimento «regala», per così dire, a una terra già oberata. E sempre più si para di utilizzo e inquinamento dell'acqua, un elemento del quale sentiremo sempre più parlare in futuro per la sua scarsità.
Schiere di consumatori ecologisti ed attenti esaminano il contenuto del loro piatto secondo questa nuova angolatura, consultando siti internet ecologisti e tempestando di domande chef e camerieri spesso inconsapevoli, chiedendo da dove viene quel pesce o quella lattuga per capire se è buono e sano consumarla o meno.
L'ultimo caduto nelle maglie degli ambientalisti sarebbe il Prosecco, amatissimo dagli inglesi che lo hanno consumato negli anni passati letteralmente a fiumi ma che iniziano a chiedersi se non stia passando per eccesso produttivo - nella lista dei cattivi.
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