"Chiedono ospitalità e poi se ne vanno. Forza Italia non è un taxi da mollare"

Il portavoce azzurro lancia un avviso all'arcipelago centrista: «Le nostre liste aperte ai piccoli, ma occorre gioco di squadra»

"Chiedono ospitalità e poi se ne vanno. Forza Italia non è un taxi da mollare"
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«Questo partito non è un taxi». Raffaele Nevi, vicecapogruppo degli azzurri a Montecitorio, e da poche settimane portavoce di Forza Italia, interviene sul dibattito riguardante i rapporti tra il partito fondato da Berlusconi e le forze minori centriste.

Cosa vuol dire «questo partito non è un taxi»?

«Nel dibattito che si svolge in questi giorni sull'area dei moderati e la posizione di Forza Italia c'è bisogno di fare chiarezza sul nostro ruolo e sul ruolo dei possibili alleati. Se le leggi elettorali spingono i piccoli a cercare ospitalità nelle nostre liste non vuol dire che, una volta eletti, si vada per conto proprio, magari arrivando a votare contro provvedimenti targati Forza Italia».

È successo spesso?

«È successo ma ora bisogna cambiare. In passato siamo stati molto generosi (Berlusconi lo era). Oggi però il partito sta mutando la sua organizzazione, accentuando il confronto interno attraverso i congressi. Se quindi oggi uno vuole candidarsi con noi, noi siamo apertissimi. Ma deve essere un gioco di squadra».

Sembra di leggere in controluce la diffidenza di Tajani verso un rassemblement con i piccoli partiti di centro.

«Il nostro è già un partito plurale e democratico. Perché non entrare dalla porta principale e lavorare dal di dentro offrendo tutta la propria passione politica? Questo ci aiuterebbe a costruire una Forza Italia più forte».

Quindi niente più indipendenti nelle vostre liste?

«C'è sempre spazio per gli indipendenti. Soprattutto quando si tratta di personalità che hanno molto da offrire al dibattito pubblico. Le singole componenti del centrodestra non possono però sperare in futuro di ricevere in regalo seggi sicuri».

Il messaggio è chiaro. Vi hanno già chiesto posti per le elezioni europee?

«L'appello a non usare Forza Italia come un taxi vale per tutte le elezioni. Anche per le amministrative. Le racconto un esempio secondo me significativo».

Prego.

«Alle ultime elezioni al Comune di Roma l'Udc ha presentato un candidato nelle nostre liste. Ha fatto campagna solo per lui e una volta eletto è rimasto un rappresentante dell'Udc. Non è quello che ci serve. Il nostro appello, insomma, è di costruire una Forza Italia più forte con piena adesione ai nostri valori e ai nostri principi».

Altrimenti il taxi rimane chiuso.

«Noi in verità siamo apertissimi. Sono gli altri che non vogliono aderire a Forza Italia. Prenda a esempio il Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo. In Sicilia è un nostro alleato ma non rinuncia alla sua identità. Una volta eletti però finiscono nel gruppo Misto e non tra i nostri banchi.

La soluzione, allora, qual è?

«Serve rispondere a una

domanda: vogliamo o no costruire un centro liberale e moderato che faccia da solida gamba alla coalizione di centrodestra? Se lo vogliamo la risposta è rafforzare il partito che meglio rappresenta questi ideali e valori».

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