"Chiudiamo l'Anpi di Lecce". Bufera sul sindaco di Nardò

Il primo cittadino avverte: "L'Anpi di Lecce è un pericolo per la democrazia". Poi viene addirittura paragonato a Benito Mussolini

"Chiudiamo l'Anpi di Lecce". Bufera sul sindaco di Nardò

Una bufera si è scatenata su Pippi Mellone, sindaco di Nardò, per aver lanciato una proposta nel corso del Giorno del Ricordo: "L'Anpi Lecce dev'essere chiusa al più presto, perché rappresenta un pericolo per la democrazia". Una richiesta chiara e ben definita, che ha lo scopo di "rendere onore ai martiri delle foibe". Il primo cittadino ha ritenuto necessario avanzare tale iniziativa poiché ancora oggi c'è chi rifiuta "di riconoscere le dimensioni di questa tragedia e reclama l'oblio per Norma Cossetto e tante altre vittime dei comunisti titini". Nel mirino è finito l'Anpi di Lecce, considerata "una sigla dietro la quale si nascondono uomini e donne fuori dal tempo e dalla civiltà".

La forte presa di posizione ha scatenato l'ira da parte di Sinistra Italiana Lecce, che ha definito qualla di Mellone una frase "inqualificabile, contro la nostra storia antifascista, contro un'associazione libera ed essenziale alla nostra democrazia, contro uomini e donne per bene". L'esternazione sarebbe a loro giudizio ancora più grave "perché pronunciata da un sindaco. Solidarietà ai cittadini di Nardò, all'Anpi, al Salento che non si lega né si piega al revisionismo storico".

"Fake news e narrazioni falsificanti"

Sulla propria pagina Facebook è arrivata anche la risposta dell'Anpi Lecce: "Il sindaco di Nardò, non nuovo ad esternazioni contro la stessa ragion d’essere della nostra associazione, ha colto l’occasione del giorno del ricordo delle foibe per inoltrarsi in una temeraria richiesta di chiusura dell’ANPI di Lecce (e perché no anche di quella regionale e nazionale?)". Il motivo andrebbe cercato nel "rifiuto della nostra associazione di addomesticarsi alla costruzione retorica dei 'martiri italiani' vittime dei partigiani titini in un contesto di guerra civile europea scatenata da Mussolini e da Hitler".

Nel post, con tanto di fotomontaggio con la faccia del sindaco al posto di quella di Mussolini, poi si legge: "Contesti storici, cifre delle vittime, circostanze documentabili, sono materia di nostre iniziative e pubblicazioni, e non di fake news e narrazioni falsificanti. Del resto la scorsa notte sono apparsi in quel paese dalle nobili tradizioni democratiche, culturali, sindacali, antifasciste, striscioni proditori dei suoi amichetti di CasaPound in pieno centro".

Dunque il primo cittadino sarebbe andato oltre, "dichiarando che vorrebbe difendere la stessa democrazia dall’ANPI, che è un ente morale deputato alla trasmissione della memoria partigiana e di quella lotta di Liberazione dal nazifascismo che consentì la Costituzione democratica e la stessa Repubblica".

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