Il reddito di cittadinanza continua a creare qualche perplessità. Almeno nella ala verde del governo. Ormai, infatti, è certo che anche gli stranieri usufruiranno del reddito minimo. Luigi Di Maio non lo può più negare. Ma non solo, ora per ottenerlo sarà pure più facile. La bozza inviata nei giorni scorsi dal ministero del Lavoro alla presidenza del Consiglio, infatti, dimostra chiaramente che il titolare del sussidio dovrà essere "residente in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda". Ma nella bozza c'è pure scritto che il periodo trascorso nel nostro Paese in modo continuativo riguarda solo "gli ultimi due anni". E proprio per questo, per gli immigrati diventa più facile ottenere il reddito minimo.
Ma le maglie si allargano pure per i rom. Come scrive Libero, infatti, i rom che riceveranno il reddito minimo saranno undicimila o più. Oltre il doppio di quanto stimato all'inizio, quindi. È un calcolo parziale, probabilmente. Un calcolo che dovrà essere rivisto e i numeri saranno ancora più grandi.
In poche parole, per gli stranieri comunitari ed extracomunitari sarà più facile ottenere soldi dallo Stato, proprio per il requisito dei due anni continuativi. E l'ampliamento della platea di rom e sinti ammessi al beneficio è figlio della decisione di Luigi Di Maio di includere gli immigrati.
A fare tutti i calcoli del caso è stato Carlo Stasolla, presidente dell' associazione 21 luglio. Ospite di Radio Cusano Campus ha spiegato perché i 5mila rom che potranno usufruire del reddito minimo (questo era il numero che era stato stimato ad ottobre) sono arrivati addirittura a 11mila.
"Circa 11mila rom che vivono nei campi potrebbero ricevere il sussidio, poi ci sono quelli che vivono in case popolari - dice Carlo Stasolla -. Molti mi hanno chiesto informazioni sul reddito di cittadinanza, aspettano di conoscere con certezza la misura per fare eventualmente domanda". Ma questa certezza, ora, non si può dare. Il motivo? Come ricorda Libero, i rom e sinti che vivono nelle baraccopoli italiane sono circa 26.000 dei quali solo il 43% ha la cittadinanza italiana. Poi ci sono gli stranieri che hanno ancora il passaporto dell'ex Jugoslavia, venuti qui prima che lo Stato in cui erano nati si dissolvesse. Poi ancora ci sono i romeni e infine i bulgari.
A torta finita, quindi, il Consiglio d'Europa valuta tra i 120mila e i 180mila i rom, sinti e caminanti che vivono sul territorio italiano.
E proprio per questo, se uno su quattro di questi chiedesse la carta ricaricabile finanziata ogni mese dal ministero del Tesoro, molti conti salterebbero. E il dover dimostrare soltanto due anni di continuità di residenza sul suolo italiano non aiuta di certo. Anzi.
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