Ci sono due italiani (più uno over 80), il primo cardinale del Sud Sudan, il nuovo arcivescovo di Hong Kong. Da Juba a Bogotà, per rappresentare una chiesa davvero «universale». Il più giovane ha 50 anni e il più anziano 96. Diciotto sono elettori e tre ultraottantenni (e quindi senza diritto di voto in un futuro Conclave): Papa Francesco ha annunciato ieri, al termine dell'Angelus, l'indizione del suo nono Concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali. Tra questi, spiccano gli italiani Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme e Claudio Gugerotti (prefetto del Dicastero per le Chiese orientali); ma anche il prefetto del Dicastero per i Vescovi, monsignor Robert Francis Prevost e il neo prefetto dell'ex Sant'Uffizio, monsignor Victor Manuel Fernandez, di recente nomina. Ed ancora: il nunzio negli Stati Uniti Christophe Pierre, quello in Italia Emil Paul Tscherrig, l'arcivescovo di Città del Capo Stephen Brislin, quello di Cordoba (Argentina) Angel Sixto Rossi, l'arcivescovo di Bogotá Luis José Rueda Aparicio, quello di Lodz Grzegorz Rys, l'arcivescovo di Juba Stephen Ameyu Martin Mulla, quello di Madrid José Cobo Cano, l'arcivescovo coadiutore di Tabora Protase Rugambwa, il vescovo di Penang Sebastian Francis, il vescovo di Hong Kong Stephen Chow, quello di Ajaccio François-Xavier Bustillo, l'ausiliare di Lisbona Americo Manuel Alves Aguiar e il rettore maggiore dei Salesiani Angel Fernández Artime, finora semplice sacerdote.
Diplomatici, progressisti ma anche pastori: è questa la fotografia dei futuri principi della Chiesa, scelti dal Papa tra i suoi fidati collaboratori, a lui molto vicini, conosciuti fin dai tempi in cui era arcivescovo a Buenos Aires e soprattutto in linea con la sua idea di governo. A ulteriore conferma di una composizione del Sacro Collegio Cardinalizio che ora ha una media di età tra i 60 e i 70 anni - sempre meno romano-centrica e sempre più rivolta alle periferie. Inoltre, il Papa sposta la sua attenzione sui diplomatici, forse come conseguenza della sua preoccupazione per una Terza Guerra Mondiale a pezzi che non riesce a frenare. Ecco spiegata la nomina di Pizzaballa, figura centrale nella risoluzione del perdurante conflitto israelo-palestinese. O la scelta di consegnare la porpora cardinalizia a mons. Gugerotti, esperto di questioni centrasiatiche e delle repubbliche sovietiche. Il Papa sceglie di rappresentare i cinque continenti, dando quel colore di universalità alla Chiesa e offrendo una impronta al futuro Conclave che ora diventa davvero tutto «bergogliano». Il concistoro si terrà il 30 settembre. «L'inserimento dei nuovi cardinali nella diocesi di Roma ha detto il Papa - manifesta l'inscindible legame tra la sede di Pietro e le chiese particolari diffuse nel mondo». I tre ultraottantenni sono mons. Agostino Marchetto, mons. Diego Rafael Padron Sanchez, arcivescovo emerito di Cumaná; padre Luis Pascual Dri, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei a Buenos Aires. Il futuro Conclave sarà composto da 137 cardinali elettori un numero che ben supera la «soglia» stabilita da Paolo VI di 120 membri. La cifra degli aventi diritto era scesa a 121 con il raggiungimento degli 80 anni l'età per la quale l'accesso alle porte della Sistina per l'elezione del nuovo Papa si chiudono dei cardinali Sepe e Maradiaga.
A questi ultimi si aggiunge il cardinale Comastri che compirà 80 anni a settembre. Con quello di settembre, Papa Francesco avrà così creato 142 cardinali: 113 elettori e 29 non elettori, provenienti da 70 nazioni, di cui 22 non avevano mai avuto prima un cardinale.
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