![La Consulta senza appello: "Quesito sull'autonomia oscuro"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/01/17/1737092177-22924953-large.jpg?_=1737092177)
Qualcuno direbbe un gran pasticcio, la Corte costituzionale usa parole diverse: «L'oggetto e la finalità non risultano chiari».
Il referendum sull'autonomia differenziata è stato dichiarato inammissibile dalla Consulta il 20 gennaio e ieri sono state depositate le motivazioni. In sostanza, «risulta oscuro l'oggetto del quesito» al quale dovrebbero rispondere i cittadini se fossero chiamati alle urne. Questo pregiudica la possibilità di una scelta libera e consapevole dell'elettore, che la Costituzione garantisce, anche perché non è chiara la finalità del referendum. Che potrebbe trasformarsi in un voto a favore o contro il regionalismo differenziato, cavallo di battaglia della Lega, peraltro azzoppato proprio dalla Consulta. Che ora, però, respinge un referendum che potrebbe essere usato in modo non corretto e non ragionevole.
«Volevano trasformarlo - commenta il presidente della Regione Veneto Luca Zaia-, in un voto ideologico contro l'autonomia. Era evidente la volontà di alcuni di gettare sabbia negli ingranaggi della riforma per fini meramente politici. La Corte ha bloccato questo tentativo, ha difeso la Costituzione». L'iniziativa del referendum, che doveva tenersi in primavera, è stata di Cgil, Uil, partiti di opposizione e associazioni civili, a cui si erano aggiunti i consigli regionali di Campania, Sardegna, Toscana, Puglia ed Emilia Romagna.
Per il governatore leghista ora bisogna «smettere di perdere tempo con sterili opposizioni e accelerare sull'attuazione della riforma», con le necessarie modifiche indicate nel 2024 dalla Consulta nella dichiarazione di incostituzionalità di parti importanti della legge.
L'anno scorso la sentenza 192 dell'Alta Corte, spiegano le motivazioni, ha «profondamente inciso sull'architettura essenziale» della legge Calderoli, ridimensionamento i possibili trasferimenti dallo Stato alle regioni e precisando che si deve trattare solo di funzioni e non di materie. Questo ha reso impossibile l'individuazione dei Lep, i livelli essenziali di prestazione, prima di ricostruire i «buchi» lasciati nel testo dalle cancellazioni dei giudici costituzionali. Di qui, «un'insuperabile incertezza» sull'obiettivo dell'importante strumento di democrazia, dicono i giudici costituzionali ( 11 su 15).
Al contrario, è stato dichiarato ammissibile perché «omogeneo, chiaro e univoco», il quesito sulla cittadinanza che punta ad abbassare da 10 a 5 anni il requisito di residenza obbligatoria in Italia per gli extracomunitari.
Via libera anche per i 4 referendum sul diritto del lavoro della Cgil: abrogazione totale della disciplina sui licenziamenti del Jobs Act, cancellazione del tetto all'indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese; eliminazione di alcune norme sull'utilizzo dei contratti a termine; eliminazione dell'esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro.
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