Il premier Giuseppe Conte rompe il silenzio sul caso Siri. Il presidente del Consiglio da qualche giorno osserva i duelli all'interno della maggioranza che si consumano proprio dopo l'apertura di un'inchiesta a carico del sottosegretario del Carroccio. Il premier spiega la sua posizione e non condanna Toninelli per aver revocato le deleghe al sottosegretario: "Completerò presto la valutazione e la decisione verrà adottata nei prossimi giorni. Una decisione sarà presa dopo avergli parlato nei prossimi giorni, per avere altri elementi di valutazione nel rispetto dei diritti dell’interessato, che come prima cosa ha il diritto ma anche il dovere di conferire con il suo Presidente". Il presidente del Consiglio però non vuol sentir parlare di giustizialismo ma avverte in modo chiaro il sottosegretario della Lega (e tutto il Carroccio): "Niente “ismi”. Per principio non sono né per il giustizialismo né per il garantismo, che riflettono visioni manichee. I diritti di una persona vanno rispettati, e l’etica pubblica impone di distinguere e di spiegare bene al Paese, altrimenti alimentiamo la confusione. Aggiungo anche, però, che se emergesse che Siri è stato latore di un interesse privato e non generale, sarebbe una questione grave a prescindere da dazioni e promesse di pagamento".
Insomma Conte tra le righe si prepara ad affondare il colpo sulla Lega che nelle ultime ore è sempre più nel mirino dell'area pentastellata. Alle indagini si aggiungono i dissidi e le lotte interne tra i gialloverdi: "Era prevedibile, con le Europee alle porte, che fossero più evidenti le differenze tra le sue componenti. D’altronde, non ho mai preso in giro il Paese parlando di un esecutivo fondato sull’assoluta armonia tra forze omogenee e politicamente affini. Fin dalla gestazione, è stato frutto di un confronto reso necessario dal risultato e dal sistema elettorale, che hanno spinto forze diverse a assumersi una responsabilità condivisa. Queste differenze talvolta si manifestano in misura evidente, ma l’importante è la determinazione a superarle in vista del bene comune". Infine rifiuta l'ipotesi di una crisi di governo imminente. Per Conte il governo durerà ancora, anche dopo le Europee: "La legislatura non finirà tra pochi mesi. Non credo che qualcuno andrà alle elezioni proponendo questo programma.
E poi, con un sistema elettorale così proporzionale, nessuno può confidare in un ribaltamento significativo dei rapporti di forza parlamentari. Starei attento a non sopravvalutare i sondaggi". Ma nonostante le parole di Conte, pare che il baratro per questo governo sia molto vicino...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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