Conte continua a sfidare Salvini. Ormai è gelo tra il premier e il minsitro degli Interni. E così anche oggi va in scena l'ennesimo battibecco. Il punto di partenza è semrpe lo stesso: la richiesta a Salvini di riferire in Aula sul Russiagate. Un invito rimandato al mittente da parte del vicepremier che ha bollato come "flasità" le accuse sui presunti fondi russi. Conte però andà in Parlamento a riferire il 24 luglio e spiega così la sua scelta: "È stato chiesto anche a me di riferire e io riferisco, perché quando le forze parlamentari chiamano, il governo risponde. Per la trasparenza nei confronti dei cittadini e dei rappresentanti dei cittadini ho una concezione sacrale del Parlamento e delle istituzioni". Ma il braccio di ferro tra il presidente del Consiglio e il ministro degli Interni si gioca anche su un altro terreno: quello europeo.
Il "no" della Lega alla Von der Leyen alla guida della Commissione Europea e il voto favorevole dei Cinque Stelle ha aperto profonde ferite nella maggioranza. Sul piatto delle nomine c'è ancora la poltrona per un posto da Commissarario che spetterebbe all'Italia. Il governo spodna Lega ha già individuato da tempo in Giorgetti l'uomo giusto per ricoprire un ruolo così delicato a Bruxelles. Ma dopo la spaccatura tra i gialloverdi per il voto sulla Von der Leyen potrebbe arrivare una doccia fredda. E a segnalare uno scenario poco favorevole al Carroccio è proprio il premier Conte che con fare sibillino ha avvertito proprio la Lega e Salvini: "Per quanto riguarda la partita delle nomine europee mi sono mosso tutelando al massimo gli interessi dell’Italia, sia per quanto riguarda la posizione che mi è stata assicurata di un portfolio economico importante, in particolare sulla concorrenza, sia per quanto riguarda la Bce e le altre posizioni".
Poi arriva l'affondo che ha il sapore di un vero e proprio avvertimento per l'ala leghista dell'esecutivo: "Credo di aver fatto il massimo per portare e realizzare gli interessi nazionali per poter portare a casa la garanzia di un buon risultato. Per quanto riguarda la votazione di ieri - ha aggiunto - la Lega ha fatto le sue valutazioni. È una forza politica che legittimamente ha deciso di formulare quella valutazione e io la rispetto. Se questo dovesse compromettere le trattative in corso per il commissario non lo so dire, ma lo vedremo". Insomma il premier inizia a intravedere all'orizzonte una sorta di ritorsione europea sul Carroccio per il "no" alla Van der Leyen. Uno scenario da non escludere dopo la saldatura tra i Cinque Stelle e la nuova governance di Bruxelles. E alle parole "piccate" di Conte ha risposto a stretto giro proprio Salvini: "Io i voti della Lega in cambio di qualche poltrona non li do, votando con la Merkel, Macron, Renzi e Berlusconi. La coerenza per me è un valore. Se la logica è questa, siamo al mercato, col voto di scambio.
Spero che prevalga la democrazia, gli italiani hanno votato hanno dato alla Lega il voto più ampio per andarli a rappresentare in Europa. Se ci sarà la grande ammucchiata tutti gli altri, 5 stelle compresi, contro la Lega gli italiani sapranno come valutarla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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