Conte teme le scissioni: "Non voglio avere più partiti di Prodi"

Il presidente del Consiglio è terrorizzato dalle continue liti nel Movimento 5 Stelle, ma non vuole ulteriori gruppi: "Così avremo solo più instabilità"

Conte teme le scissioni: "Non voglio avere più partiti di Prodi"

Giuseppe Conte non vuole perdere la bussola del realismo e perciò non può negare le varie frammentazioni che stanno caratterizando il governo giallorosso. Alle divisioni tra i partiti su questioni cruciali, ora si è aggiunta anche la faida all'interno del Movimento 5 Stelle sul "caso Paragone". Il premier ha preso coscienza del fatto che il terremoto grillino potrebbe arrivare fino a Palazzo Chigi. Perciò ha voluto mettere in guardia i pentastellati: altre scissioni potrebbero produrre ulteriori partiti. E l'avvocato si dice preoccupato: "Ogni partito chiede un posto e vuole essere considerato e accontentato. Non riesco a immaginare come fare la prossima legge di Bilancio in queste condizioni".

Come riportato da La Stampa, il presidente del Consiglio - nonostante accolga con piacere le similitudini con Romano Prodi, il cui esecutivo si reggeva su 10 partiti - confessa che non vorrebbe fare la sua stessa fine: "Se andiamo avanti così rischio di raggiungerlo e di superarlo. Con altri gruppi avremmo solo più instabilità".

Il problema, per il capo del governo, è la frantumazione dei 5S. Anche perché il loro disfacimento è sotto gli occhi di tutti: in un mese hanno visto tre senatori passare alla Lega, le dimissioni del ministro Lorenzo Fioramonti e l'espulsione di un big come Gianluigi Paragone. E ai malumori dei parlamentari gialli nei confronti di Luigi Di Maio, ora si è aggiunta anche la presa di posizione di Alessandro Di Battista a sostegno del conduttore televisivo. Il che inevitabilmente ha proiettato ombre di nuove spaccature. In tutto ciò Conte è preoccupato e, ovviamente, non ha gradito quello che rapressenta il sentore dell'ennesima crepa. Tra il capo politico e l'ex deputato c'è sempre la tenebra della rottura. "Servono persone che ci mettano la faccia sempre e non a giorni alterni, secondo le proprie convenienze", ha tuonato il ministro degli Esteri, tirando una frecciatina verso l'attivista.

Il premier però proietta le proprie ansie anche verso l'esecutivo: nella giornata di martedì 7 gennaio è previsto un vertice in cui si discuterà il delicatissimo

tema della prescrizione. I grillini rimangono fortemente convinti della propria posizione; il Partito democratico ha presentato una proposta ad hoc per stemperare gli effetti della riforma; Italia Viva ha avvertito che potrebbe votare la proposta di legge di Forza Italia, all'esame della commissione Giustizia di Montecitorio.

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