Gennaio al cardiopalma per il governo: così si rischia la crisi

Tutti i nodi dell'esecutivo: dalla prescrizione alle elezioni in Emilia-Romagna e in Calabria. Così gli equilibri tra M5S e Pd sono a rischio

Gennaio al cardiopalma per il governo: così si rischia la crisi

Quello di gennaio sarà un mese davvero intenso per il governo giallorosso, chiamato a fare i conti con diverse questioni piuttosto delicate e ancora apertissime. Sono molti gli appuntamenti segnati in rosso sul calendario, che potrebbero davvero compromettere gli equilibri all'interno della maggioranza. A partire dal 7 gennaio, ad esempio, bisognerà affrontare la tematica della prescrizione e della ragionevole durata dei processi. La tenuta dell'esecutivo verrà messa a rischio anche da molteplici dossier: dalla legge elettorale ai referendum, dal decreto Milleproroghe approvato dal Cdm "salvo intese" al complicato tema delle concessioni autostradali, dalla possibile revisione dei decreti Salvini sulla sicurezza alla vicenda Alitalia, fino al voto in Giunta del Senato sul caso Gregoretti.

Il tutto con l'ombra della verifica di governo invocata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha come obiettivo principale il rilancio dell'azione di governo. A chiudere il mese più impegnativo e complicato per Movimento 5 Stelle e Partito democratico saranno poi le urne: il vero spartiacque della legislatura potrà essere rappresentato dalle elezioni in Emilia-Romagna e in Calabria.

Prescrizione

Il blocco della prescrizione a partire dalla sentenza di primo grado, voluto fortemente dai grillini, entra in vigore da oggi. Per la giornata di martedì 7 gennaio è stato fissato un vertice: un appuntamento caldissimo in cui emergeranno le diverse anime dei partiti sulla questione. Il M5S rimane fortemente convinto della propria posizione; il Pd ha presentato una proposta ad hoc per stemperare gli effetti della riforma; Italia Viva ha avvertito che potrebbe votare la proposta di legge di Forza Italia, all'esame della commissione Giustizia di Montecitorio. Il testo, a prima firma Enrico Costa, mira ad abrogare la riforma Bonafede.

Il giorno successivo scadranno i termini per la presentazione degli emendamenti: questa potrebbe essere l'occasione per capire quale sarà l'atteggiamento delle forze di maggioranza contrarie alla riforma pentastellata. Il Movimento 5 Stelle dal suo canto non può godere dei numeri favorevoli: i voti dei dem e dei renziani potrebbero sommarsi a quelli della Lega e degli azzurri. Il che rappresenterebbe un durissimo sgarbo ai grillini: la tenuta del governo potrebbe essere messa seriamente a repentaglio.

Legge elettorale

Un altro tema su cui i giallorossi non sono ancora riusciti a trovare un accordo è quello della legge elettorale. Mercoledì 8 gennaio dovrebbe essere incardinato, in commissione Affari costituzionali della Camera, il testo del nuovo sistema di voto: ciò fa presagire che nei giorni precedenti verrà raggunta un'intesa o per un proporzionale simile a quello spagnolo (non ben visto da Italia Viva) o per un proporzionale con sbarramento nazionale al 5% (che non piace a Leu).

Referendum

Domenica 12 gennaio scadrà il termine di tre mesi per presentare la richiesta di referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari: nonostante siano state già raccolte 65 firme necessarie per appoggiare l'iniziativa, non è da escludere che alcuni dei firmatari ritirino la propria sottoscrizione. Si tratterà comunque di una giornata chiave: la tentazione di tornare a votare in anticipo per evitare la sforbiciata di 345 parlamentari potrebbe essere cruciale. Mercoledì 15 dicembre è invece atteso il responso della Consulta sul referendum leghista che mira a ripristinare il sistema maggioritario, eliminando dal Rosatellum la quota proporzionale.

Verifica di governo

Per la verifica di governo non è stata ancora indicata alcuna data, ma tutte le parti spingono per un vertice al fine di rivendicare le proprie azioni. Su tutte Italia Viva intende portare sul tavolo il piano Italia choc di 120 miliardi, da mettere a disposizione in seguito a un lungo dialogo tra Ministeri, associazioni di categoria, Comuni, volontariato, investitori internazionali, banche, scuole e università. Il summit è stato accolto dal premier Conte, che nella conferenza stampa di fine anno ha precisato: "Abbiamo davanti a noi una maratona di tre anni, con la possibilità di programmare meglio le iniziative di governo per cercare di realizzare le misure che il Paese attende da anni".

Assolutamente da non sottovalutare lo stato di salute con cui si presenterà il Movimento 5 Stelle, alle prese con i malumori interni e la questione rimborsi. A destare preoccupazione è anche l'ipotesi di formare un gruppo autonomo alla Camera.

Le grane nel governo

Tra i nodi più spinosi c'è il decreto Milleproroghe, approvato "salvo intese" dopo un Consiglio dei ministri fiume e carico di tensioni: il provvedimento potrebbe essere oggetto di numerose modifiche. Apertissima la tematica delle concessioni autostradali, che rappresenta un fronte caldissimo per la maggioranza: i 5S insistono sulla revoca, alla luce anche del crollo di una parte del soffitto della galleria Berté sulla A26.

Al centro del confronto anche il decreto Alitalia, atteso in Aula di Montecitorio il 13 gennaio: subito dopo l'Epifania prenderanno il via i lavori in commissione Trasporti della Camera, con una serie di audizioni. Altro caso delicatissimo il decreto sul salvataggio della banca popolare di Bari: l'8 gennaio inizierà l'esame in commissione; le audizioni termineranno il 10 gennaio con Roberto Gualtieri, il ministro dell'Economia.

Salvini e caso Gregoretti

Tra i possibili nodi al tavolo della verifica, vi sono le misure quota 100 e reddito di cittadinanza, messe in discussione dal Pd ma difese sia da Conte che dai pentastellati. Si aggiunge anche la revisione dei due decreti Salvini. Il presidente del Consiglio ha avvertito: "Uno dei 29 punti programmatici riguarda l'intervento sui decreti Sicurezza per recepire le preoccupazioni espresse dal presidente Mattarella".

La Giunta sarà impegnata nella difficile decisione sul caso Gregoretti. Il voto potrebbe compromettere l'unità dell'esecutivo: mentre il Movimento 5 Stelle ha annunciato che voterà a favore della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega, i renziani hanno fatto sapere che intendono prima leggere le carte. Appare evidente come i senatori di Italia Viva potrebbero diventare l'ago della bilancia in Giunta qualora decidessero per il no o per l'astensione.

Elezioni

Il rovente mese di gennaio verrà concluso dalle elezioni Regionali in Emilia-Romagna e in Calabria, fissate per domenica

26: un'eventuale sconfitta del Partito democratico nella storica regione rossa, con contestuale vittoria della Lega, potrebbe innescare un effetto domino che finirebbe per travolgere il governo giallorosso.

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