Paragone spacca i 5 Stelle: "È più grillino di molti altri"

Anche Barbara Lezzi sta con il senatore espulso: "Non è una buona idea espellere gli anticorpi, caro Movimento 5 Stelle"

Paragone spacca i 5 Stelle: "È più grillino di molti altri"

Il "caso Paragone" spacca il Movimento. Il senatore è stato espulso per non aver votato la legge di bilancio, ma a difenderlo arriva persino Alessandro Di Battista, un esponente di spicco e spesso considerato la "nemesi" di Luigi Di Maio.

"Gianluigi è infinitamente più grillino di molti che si professano tale", ha scritto Dibba su Facebook usando non la sua pagina, ma il suo account personale, con poco più di 4mila amici e circa 180mila followers. "Non c'è mai stata una volta che non fossi d'accordo con lui. Vi esorto a leggere ciò che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell'ultima campagna elettorale che ho fatto", prosegue. E poi ha lanciato una sorta di frecciatina, come a voler ricordare i vecchi tempi, ormai dimenticati e calpestati dal mutamento del Movimento 5 Stelle: "Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei...".

Immediata la risposta da parte del giornalista, che ha risposto all'attivista pentastellato ringraziandolo "per le belle parole che usato". A suo giudizio Di Battista rappresenta "quell’idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento". E ha ripercorso tutte le battaglie che negli anni il M5S aveva portato avanti: "Stop allo strapotere finanziario, stop con l’Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porte girevoli, lotta a difesa dei veri deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd". Infine ha difeso quello storico programma: "Con quello sono stato eletto. Ale lo sa".

Anche Barbara Lezzi ha esplicitato il proprio sostegno a Paragone: "Fino a quando, e sono certa che continuerà così, lavorerà senza sosta per i deboli, per assicurare un salario minimo decente, per fare in modo che le multinazionali osservino le leggi del nostro Paese resterà un mio collega". L'ex ministro per il Sud ha poi concluso: "Non è una buona idea espellere gli anticorpi, caro Movimento 5 Stelle".

"Basta con questo spettacolo"

Assolutamente di altra opinione Carlo Sibilia: "Chi ha votato contro la manovra 2020 ha votato contro il reddito di cittadinanza, quota 100, lo stop all’aumento dell’Iva e i fondi ai vigili del fuoco. Paragone è stato espulso dal Movimento 5 Stelle proprio per aver votato contro queste misure. Cioè allo stesso modo dei tre senatori che sono passati dal M5S alla Lega". Il sottosegretario al Ministero dell'Interno non ha risparmiato critiche neanche nei confronti di Lorenzo Fioramonti: "A questo aggiungiamo il caso di quello che faceva il Ministro, non restituiva ed è passato al misto (mica ha mollato la poltrona)".

Il grillino su Twitter ha poi tuonato ancora: "Votare contro reddito di cittadinanza, quota 100 e vigili del fuoco non è da M5S. Paragone, meno chiacchiere, portare a casa i risultati, rispettando le regole e gli impegni presi. A partire dalla restituzione dei soldi dei nostri stipendi: chi non rispetta le regole deve andare fuori".

E Nicola Morra, pur ammettendo che "certamente non siamo quelli del 4 marzo 2018, esattamente come non siamo più quelli del 4 ottobre 2009 o del 25 febbraio 2013", ha aggiunto: "Se ci definisci il 'nulla', come si legge, perché rimanevi nel 'nulla' prima di essere espulso?".

Il presidente della commissione Antimafia ha poi continuato: "Abbiamo tanti, tanti problemi, e sapessi quanta xxxxx abbiamo dovuto ingoiare, ho dovuto ingoiare, in questi anni. Se però vuoi essere parte di un gruppo, devi anche accettare le decisioni che ti vedono contrario, operando al fine di convincere gli altri degli errori che si vanno facendo".

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