"Niente fondi esteri ai parlamentari". Ma Conte scorda i soldi dal Venezuela

Il Fatto Quotidiano rilancia la proposta del M5S, ma forse dimentica la rivelazione dell'ex 007 venezuelano sul presunto finanziamento da 3,5 milioni al Movimento 5 Stelle

"Niente fondi esteri ai parlamentari". Ma Conte scorda i soldi dal Venezuela

Adesso il Movimento 5 Stelle ha ritrovato improvvisamente la forza di riproporre uno dei suoi tanti cavalli di battaglia: vietare a eletti e membri del governo di intascare soldi esteri oltre un certo tetto. E Giuseppe Conte coglie al balzo l'ultima mossa de Il Fatto Quotidiano: Matteo Renzi denuncia che il suo estratto conto è stato pubblicato violando la Costituzione, mentre il giornale diretto da Marco Travaglio afferma che in realtà ci si è limitati a "un'infografica ricavata da atti non più coperti da segreto". Sta di fatto che la vicenda politica ha riesumato una battaglia identitaria grillina, che riparte dalla proposta di legge depositata dal M5S alla Camera a prima firma dal deputato Francesco Berti. Peccato che qualcuno forse abbia dimenticato di guardare in casa propria.

Il M5S vuole accelerare

Si tratta di una norma presentata mentre l'Italia parlava dei viaggi di Renzi in Arabia Saudita da Bin Salman. L'articolo 1 del testo presentato prevede per parlamentari membri di governo, presidenti delle Regioni e loro assessori iil divieto di percepire "contributi, prestazioni o altre utilità di valore complessivo superiore a 5mila euro, erogati, anche indirettamente, da governi o da enti pubblici di Stati esteri o da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia".

La proposta di legge targata Movimento 5 Stelle fino a pochi giorni fa era rimasta ferma in un palude, ma dopo gli ultimi avvenimenti politici è stata rispolverata e rilanciata sulle colonne de Il Fatto Quotidiano. Nell'articolo si legge che l'intenzione è quella di "evitare la commistione tra interesse pubblico e privato", assicurando che ogni singolo parlamentare faccia gli interessi del proprio Stato e non dei suoi tornaconti economici. Bene. Giusto. Lecito. Ma non si può non trascurare la pesante vicenda che rischia di travolgere i pentastellati.

Ma sul caso Venezuela...

Forse Il Fatto Quotidiano si è distratto, visto che nell'articolo a firma di Giacomo Salvini e Luca De Carolis non si fa riferimento al "caso Venezuela" che potrebbe colpire la galassia grillina. Eppure le rivelazioni di Hugo Carvajal, ex capo dell'intelligence venezuelana ricercato dagli Stati Uniti per accuse di narcotraffico e appartenenza al crimine organizzato, sono pesantissime. Per evitare l'estradizione negli Usa ha deciso di collaborare con la giustizia, rivelando preziose informazioni - tra le altre cose - su un presunto finanziamento da 3,5 milioni di euro al Movimento 5 Stelle.

Dopo lo scoop del quotidiano Abc, a giugno 2020 la procura di Milano ha aperto un fascicolo "a modello 45" per appurare se nel 2010 il Movimento 5 Stelle abbia ricevuto o meno finanziamenti dal Venezuela. "Riciclaggio e finanziamento illecito al partito. Sono queste le ipotesi di reato su cui sta lavorando la procura di Milano", si legge su La Stampa.

Da parte di Davide Casaleggio l'ira è totale: il presidente dell'Associazione Rousseau ha ribadito che suo padre Gianroberto "non ha mai preso denaro dal governo del Venezuela", sostenendo che il documento portato l'anno scorso come prova "era stato contraffatto con Photoshop". E ha annunciato querela verso "tutti gli altri organi di stampa che continuano a rilanciare questa calunnia".

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, ha chiesto ai 5 Stelle di chiarire le notizie emerse e di prendere politicamente le distanze "dalla dittatura comunista di Caracas che sta affamando il suo popolo e ha costretto milioni di persone a scappare dalla loro Patria".

In estate 2020 Conte si era espresso sui presunti fondi venezuelani al M5S: "I responsabili del Movimento 5 Stelle hanno già assicurato che si tratta di una fake news. Penso che non ci sia nulla da chiarire". Strano che un leader politico così pretenzioso di chiarimenti su vicende altrui si limiti ad affermare poche parole in merito a un caso su cui occorrerebbe la massima trasparenza.

Ma siamo sicuri che l'ex presidente del Consiglio, tra un comizio in piazza e un'assemblea per evitare scissioni nel Movimento, farà chiarezza con carte alla mano. Non poiché coinvolto nella vicenda, ma in quanto leader del partito.

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