«Convivere è possibile Con i cani anti-veleno proteggiamo la specie»

Parla il colonnello che da anni segue i marsicani. «Attacchi all'uomo? Mai»

Nella tutela e conservazione dell'orso bruno marsicano, un ruolo fondamentale è svolto dai Carabinieri Forestali. Attività di prevenzione, controllo del territorio, tutela della specie, sicurezza per i cittadini. Il colonnello Luciano Sammarone è comandante del reparto Biodiversità di Castel di Sangro che da anni si occupa di gestione e conservazione dell'orso marsicano nell'Appennino centrale.

Quali sono le attività messe in campo dal vostro reparto?

«L'orso è una specie simbolo del territorio, a livello nazionale e internazionale; ed è una delle specie più importanti della rete ecologica. La conservazione è un dovere istituzionale, che passa per due filoni di attività: la prevenzione di qualunque atto criminale nei confronti degli orsi - e questo ci vede impegnati a 360 gradi nel controllo del territorio, con una presenza costante e quotidiana e una attività per favorire la convivenza tra orso e cittadino. Il parco è un'area assolutamente tutelata. La sfida è fuori, ed è quella di assicurare un habitat adeguato e spazi di movimento all'orso».

Da quasi due anni avete attivato un'unità cinofila antiveleno. In cosa consiste?

«Impieghiamo dei nuclei cinofili antiveleno, composti da un nostro militare conduttore e due cani, con le quali svolgiamo continuamente azioni emergenziali dopo una segnalazione di esche e bocconi avvelenati, o attività preventive perlustrando aree del nostro territorio. Il cane, addestrato in Andalusia, è in grado di riconoscere le esche avvelenate, segnalarle e prevenire che gli orsi, così come i lupi, possano morire avvelenati».

Quale messaggio rivolge alla popolazione?

«È chiaro che un abitante del Parco è abituato alla presenza dell'orso; per chi invece vive fuori dall'area l'orso può rappresentare un fastidio. Voglio sottolineare che l'orso non è un animale pericoloso e non risulta che abbia mai attaccato l'uomo. Anzi, quando si accorge della nostra presenza tende a scappare dalla parte opposta. Esiste qualche orso problematico che si spinge fino nei paesi e può creare disturbo o provocare danni ad allevamenti e coltivazioni. Ma il fatto che, oltre a questi lievi fastidi, non abbia creato null'altro ci ha fornito la consapevolezza che non sia un animale pericoloso per la cittadinanza. Insomma, convivere con l'orso si può, si deve, e ovviamente bisogna anche rispettare la sua privacy ed evitare di avvicinarlo per scattare foto o fare scoop a tutti i costi. È come se qualcuno venisse a farci fotografie mentre facciamo un pic-nic. Come l'uomo vuole giustamente la propria privacy, così occorre garantirla all'orso».

Da poco avete realizzato un centro visite importante.

«Sì, da settembre c'è un centro visite e di educazione ambientale presso la nostra Riserva Statale del Feudo Intramonti a Civitella Alfedena, che ha per obiettivo quello di favorire la conoscenza della

specie e delle pratiche virtuose per migliorare la convivenza. Invitiamo soprattutto scolaresche, gruppi di turisti e appassionati ad avvicinarsi a questo mondo per vincere la sfida della convivenza tra orso e uomini». SSar

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