«Estote parati» è il motto degli scout.
Ma nessuno scout, in terra bergamasca, poteva immaginare di dover essere pronto a accettare quanto accaduto ieri a un loro compagno morto nel fiume Adda mentre tentava, in canoa, di fare il salto di una cascata, dopo aver distaccato il suo gruppo che da Cassano D'Adda voleva raggiungere Cremona in questa nuova avventura.
Sebastiano Chia, 18 anni, era partito con il Bergamo 4, l'ultimo nato dei 4 gruppi scout che da anni sono attivi a Bergamo, in totale 450 ragazzi sotto la guida spirituale di don Alberto Maffeis. Per quest'anno era stato deciso così: l'esperienza clou dell'estate, per le guide e i rover, avrebbe dovuto essere quella in canoa. In nove avevano aderito decisi. Il gruppo era già arrivato indenne a Pizzighettone.
È mercoledì sera. La notte la passano tutti insieme all'oratorio San Luigi che dispone di spazi che spesso vengono utilizzati per accogliere comitive che arrivano da ogni dove. La voglia di riprendere il cammino, ieri mattina, è tanta. Sebastiano si alza per primo. E per primo raggiunge il fiume. Parte senza aspettare gli altri: l'accordo è che si trovino poi tutti appena dopo la cascata che viene creata dalla mini centrale idroelettrica targata Edison da 2300 kilowatt, denominata «Maleo», che fa fare un salto al fiume di 4 metri e 20 centimetri, per una portata media sfruttata di 56 metri cubi al secondo. Una centrale mini per i grandi numeri, dunque, ma che di corrente ne crea eccome.
Qualche minuto dopo Sebastiano, partono anche i suoi compagni d'avventura. Da qui in poi parlano le indagini degli inquirenti. Diversi metri prima del salto della centrale campeggia, ben visibile, un cartello: dice che da quel punto in poi è vietato attraversare il fiume con imbarcazioni.
I compagni di Sebastiano, quindi, escono dall'acqua e prendono sottobraccio le loro canoe per superare quel tratto a piedi. Mentre camminano qualcuno si accorge che non si vedeil loro amico. Iniziano tutti a cercarlo. Vedranno la canoa rovesciata nell'acqua una volta passata la cascata.
L'ipotesi degli inquirenti è che il giovane abbia voluto tentare il salto credendo di potercela fare. Uno dei capi si fa legare saldamente e si tuffa per cercare di fare qualcosa ma, ormai, è troppo tardi: Sebastiano è rimasto bloccato dalla forza dell'acqua sotto la canoa, sulla grata della chiusa della diga.
Nessuno riuscirà a tirarlo fuori di lì fino a quando i vigili del fuoco, arrivati sul posto con i carabinieri del comando di Codogno, non ordinano a Edison di spegnere la centrale per mezz'ora. Allora il cadavere riemerge da solo. E il gruppo scout precipita nella tragedia.
Ora la salma si trova nella camera mortuaria di Lodi a disposizione dell'autorità giudiziaria: del caso si sta occupando il pm di Lodi Sara Mantovani.
E mentre stamattina si saprà quando verrà effettuata
l'autopsia già disposta, Davide Volpi, capo scout bergamasco, sottolinea: «Prima di proporre esperienze simili prendiamo lezioni da esperti. E poi ci esercitiamo. Rispettare le norme di sicurezza, per noi, è fondamentale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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