"Le correnti devono uscire dal Csm"

Il magistrato leader di Articolo 101: "L'unica via è il sorteggio"

"Le correnti devono uscire dal Csm"

«L'unica possibilità per rientrare da questa degenerazione è recidere ogni tipo di rapporto tra l'Associazione nazionale magistratura e il Csm. Le correnti organizzate devono uscire dal Consiglio superiore della magistratura, che deve tornare ad essere un organo tecnico e non politico. E la strada maestra è quella del sorteggio. Se un magistrato è in grado di amministrare la giustizia è in grado anche di fare parte del Csm».

A parlare è il giudice Andrea Reale, leader di Articolo 101: il gruppo che da due settimane chiede al presidente della Repubblica di intervenire con forza nel marcio emerso dal caso Palamara, e che ieri ha attaccato con un comunicato di fuoco i vertici dell'Anm per il comunicato che pretendeva l'accesso privilegiato delle toghe al vaccino anti-Covid. «Un madornale errore» che porta la gente a vedere la magistratura come «castopoli».

Castopoli è una definizione forte.

«Forte e provocatoria. Abbiamo voluto ricordare a tutti che non dobbiamo sentirci casta ma essere al servizio delle istituzioni. Se siamo percepiti come tale è perché le correnti nate come aggregazioni culturali hanno occupato tutti gli spazi istituzionali disponibili, in una sostanziale contiguità al potere politico. La conseguenza è che Anm e Csm anziché controllarsi a vicenda sono di fatto sovrapposti, un tutt'uno indistinto dove c'è addirittura un unico cursus honorum assolutamente inaccettabile, si passa dalla carica nell'Anm a quella del Csm come se fossero la stessa cosa».

Come se ne esce?

«Basta prevedere forme nette di incompatibilità. Chi ha ricoperto cariche nelle correnti e nell'Anm non deve essere candidabile al Csm per un congruo numero di anni. L'Anm deve smettere di essere un trampolino di lancio per le carriere successive».

Il Sistema

Nella degenerazione del sistema hanno pesato di più le ambizioni dei singoli magistrati o l'invadenza delle correnti?

«Entrambe. E tutto nasce dalla riforma del 2006 che ha spezzato in due la magistratura, da una parte chi ricopre cariche direttive e dall'altra i magistrati senza distintivo. Questo ha determinato la ricerca del potere a tutti i costi, la caccia alle funzioni direttive o ai posti fuori ruolo. Le lotte di potere hanno fortificato le lobby correntizie che hanno occupato le istituzioni al fine di portare avanti i loro accoliti».

Le vecchie correnti della magistratura sono in grado di cambiare?

«Devono farlo e urgentemente. Per quanto siamo caduti in basso nella credibilità e nella fiducia dei cittadini, mi auguro che le correnti capiscano che l'autoriforma è indispensabile. Serve sensibilità e resipiscenza. Ma se questo, come temo, non accadrà, serve un intervento esterno del Parlamento che introduca il sorteggio dei membri del Csm,

La Costituzione non lo consente.

«La Costituzione si può cambiare.

Altrimenti si cominci, come è possibile, a prevedere il sorteggio di un multiplo di magistrati in cui eleggere i componenti togati del Csm. È l'unico modo per tentare di portare la politica fuori dal Consiglio superiore».

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