Il calo delle vendite e l'intensificarsi della concorrenza nel settore dei veicoli elettrici hanno spinto Tesla a tagliare il 10% della propria forza lavoro. Nel suo ultimo report annuale, alla fine di dicembre l'impresa aveva dichiarato circa 140mila dipendenti, il che significa che il costruttore ne licenzierà almeno 14mila. «Mentre prepariamo la società per la prossima fase di crescita, è estremamente importante esaminare ogni aspetto dell'azienda per ridurre i costi e aumentare la produttività», ha scritto il Ceo di Tesla Elon Musk in una lettera inviata ai dipendenti della società. «Come parte di questo sforzo, abbiamo fatto una revisione approfondita dell'organizzazione e abbiamo preso la difficile decisione di ridurre il nostro organico di oltre il 10% a livello globale».
Tesla ha sorpreso negativamente gli analisti riportando nel primo trimestre un calo delle vendite dell'8% su anno a circa 387mila veicoli. A pesare anche gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen alle navi che attraversano il Mar Rosso, causando problemi di approvvigionamento per la produzione dello stabilimento Tesla di Grünheide, vicino a Berlino. All'inizio dell'anno l'impianto è stato colpito anche da un sabotaggio dell'alimentazione elettrica. Secondo l'e-mail di Musk, la rapida crescita ha portato a una «duplicazione di ruoli e funzioni lavorative in alcune aree» e, sebbene non ci sia «niente che io odi di più (dei tagli; ndr), questi devono essere effettuati per rendere tutti coloro che lavorano per Tesla «snelli, innovativi e affamati per il prossimo ciclo di crescita». A parte del personale è già stato comunicato il licenziamento.
Ieri a poco più di un'ora alla chiusura di Wall Street Tesla perdeva il 4% circa a 164,4 dollari. Dall'inizio dell'anno la capitalizzazione è diminuita di un terzo a 515 miliardi di dollari circa. Recentemente sia Goldman Sachs (da 190 a 175 dollari) che Citi (da 196 a 180 dollari) hanno tagliato il prezzo obiettivo dell'azione.
La performance borsistica di Tesla è l'immagine delle difficoltà del mercato delle vetture elettriche sulle due sponde dell'Atlantico. Da un lato, le vendite arrancano e questo dovrebbe portare i pezzi a scendere ma - come più volte denunciato dal Ceo di Stellantis Tavares - non si tratta di veicoli nei quali il valore aggiunto sia nelle mani del produttori giacché è la componentistica delle macchine (batterie, elettronica, ecc.) a fare il prezzo. I tassi alti fanno il resto: con il costo del denaro ancora su livelli elevati non è facile per tutti acquistare a rate veicoli che, anche quando sovvenzionati, costano circa 30mila euro solo per i modelli entry level. Il terzo fattore di svantaggio è il veloce deprezzamento che rende meno conveniente l'acquisizione di auto elettriche per i grandi colossi Usa del noleggio a breve termine.
Ultimo ma non meno importante, il tema delle infrastrutture di ricarica
che in Italia e in Europa è ancora arretrato e che rappresenta un fattore deterrente all'acquisito. Ecco spiegato in poche parole perché a marzo 2024 nel nostro Paese solo il 3,3% dei veicoli immatricolati fosse elettrico.
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