In casa Pd le acque non si sono affatto calmate. Dopo l'addio di Nicola Zingaretti gli animi si sono progressivamente surriscaldati: nonostante la nomina di Enrico Letta come nuovo segretario, l'allarme non è rientrato e le correnti continuano a mettersi il bastone tra le ruote a distanza. Una situazione tutt'altro che gradevole per il Partito democratico, in forte difficoltà nei sondaggi e nel processo di istituzione di un'alleanza strutturale con Movimento 5 Stelle e Liberi e uguali. L'ultimo ostacolo in ordine cronologico è la questione relativa ai nuovi capigruppo, da conferire a due donne su indicazione del nuovo numero uno del Nazareno.
A far esplodere le ennesime polemiche è la vicenda che si è venuta a creare al Senato, dove Andrea Marcucci ha provato fino all'ultimo a non piegare la testa e a pretendere chiarezza sulla nuova linea tracciata dall'ex premier. Alla fine il presidente dei senatori dem, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Madama, ha annunciato il passo indietro e ha avanzato il nome di Simona Malpezzi come suo sostituto: "Chiedo per l’assemblea di sottoscrivere la candidatura di Simona Malpezzi a capogruppo del Pd al Senato. Perché è una donna ma soprattutto perché è capace". Questa mattina la senatrice è stata eletta all'unanimità come nuovo capogruppo al Senato.
Non passa la "linea Letta"
Certamente il nome indicato corrisponde al sesso femminile, ma la mossa di Marcucci e del gruppo Senato può essere interpretata come un vero e proprio due di picche calato in faccia a Letta. Il nuovo segretario infatti avrebbe desiderato Roberta Pinotti, ma poi è stato deciso di optare per la Malpezzi. Per quale ragione? In tal modo, ragionano dentro il partito, "metteranno la Morani al governo proprio al posto della Malpezzi, così accontenteranno sia la sub corrente di Base Riformista di Guerini (Malpezzi) sia quella di Lotti (Morani)". In sostanza, come sottolinea Marco Antonellis su Tpi, ora si sono create anche correnti nelle correnti.
C'è poi chi, ancora vicino a Nicola Zingaretti, non perde occasione per sollevare polemiche contro la nuova fase del Pd: "Alla fine questo Pd parla solo di poltrone. C’aveva ragione Nicola…".
L'ex segretario infatti si era rivolto duramente contro il mondo dem, accusandolo di essere interessato esclusivamente ai nodi di potere piuttosto che concentrarsi nel definire l'azione del governo Draghi: "Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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