La scelta di Carlo Cottarelli di candidarsi con il Pd suscita perplessità, anche perché quello di Enrico Letta è il partito più conservatore e schierato a difesa dell'esistente, erede diretto della sinistra democristiana e del partito comunista. Non soltanto il Pd è quasi sempre stato al governo negli ultimi dieci anni, ma soprattutto esso gioca un ruolo egemone nella cultura e negli affari. Chi voglia cambiare qualcosa dovrebbe allora indebolire in primo luogo quella concentrazione di potere che impedisce ogni evoluzione in senso liberale e federalista. Se si vuole iniziare a prendere una diversa direzione, che responsabilizzi i territori e le realtà economiche, non ci si può mettere assieme a chi è all'origine dello sfascio attuale.
Cottarelli s'è fatto conoscere richiamando l'attenzione sui conti fuori controllo. Anche se ha sempre tenuto a prendere le distanze da ogni difesa rigorosa del mercato e dell'economia liberale (invocando un ruolo attivo dello Stato nella lotta alle diseguaglianze), quando ha puntato il dito contro gli sprechi ha comunque richiamato l'attenzione sulla necessità di porre un limite alla spesa pubblica e al devastante ruolo della burocrazia italiana. Il mondo del parastato, però, è esattamente la base sociale del Pd, che ormai sarebbe elettoralmente poca cosa dopo che ha in larga misura perduto la sua base operaia se non potesse contare sui dipendenti pubblici e su quanti devono costantemente contare sul sostegno di chi controlla i cordoni della spesa.
Non si capisce insomma come egli possa pensare che i conti verranno tenuti a bada da un esecutivo composto da chi in questi anni si reso responsabile delle scelte meno responsabili: si pensi, soltanto per fare un esempio, alla distribuzione di bonus di ogni genere.
In una società capace di difendere i diritti fondamentali, c'è inoltre bisogno di qualcuno che resti fuori dalla mischia: personalità che acquisiscano una loro autorevolezza e la sappiano spendere a favore dei valori da difendere. Già troppe volte, in passato, questo o quell'intellettuale è stato lusingato dai partiti di destra o di sinistra, per poi finire nell'irrilevanza.
È facile prevedere che Cottarelli avrebbe potuto fare molto di più contro lo spreco del denaro dei contribuenti se fosse rimasto a fare il suo lavoro, invece che accettare una candidatura parlamentare qualunque: per giunta nel partito dello status quo.
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