Cottarelli stronca Renzi: "Ritorno a Maastricht pericoloso"

Cottarelli: "Fissare un obiettivo al 3% in un momento in cui stiamo crescendo in maniera abbastanza decente e in cui abbiamo un debito pubblico del 132% del pil, a me sembra sbagliato, mi sembra troppo rischioso"

Cottarelli stronca Renzi: "Ritorno a Maastricht pericoloso"

Ricordate il professor Carlo Cottarelli, l'ex commissario alla spending review? Ai microfoni di Radio Capital interviene sui temi politici di stretta attualità, facendo riferimento ad alcune proposte formulate in questi giorni. A partire da quella si Renzi, che propone il ritorno ai trattati di Maastricht e una spesa in deficit. Per Cottarelli "fissare un obiettivo al 3% in un momento in cui stiamo crescendo in maniera abbastanza decente e in cui abbiamo un debito pubblico del 132% del Pil, il più alto in Europa dopo la Grecia, a me sembra sbagliato, mi sembra troppo rischioso: si corre il rischio che nel momento in cui l'economia per qualunque motivo rallenta ci si ritroverebbe di nuovo in recessione e costretti a fare politiche di forte austerità in una situazione in cui già l'economia rallenta perché non c'è spazio nei conti pubblici".

Per il professor Cottarelli è invece positivo l'inserimento del fiscal compact nei trattati europei: "Non bisogna avere paura, anzi il governo italiano dovrebbe sostenere questo pacchetto di riforme. Il problema fondamentale dell'Italia è quello di ridurre il debito a una velocità del 3% del PIl all'anno: dobbiamo farlo perché conviene a noi, altrimenti rimaniamo esposti al rischio di un attacco speculativo come quello del 2011 o del 2012. Dopo il bilancio del 2018, probabilmente l'Europa ci chiederà di fare uno 0,2/0,3% in più sul surplus primario, ma visto lo stato dei conti pubbilci io credo che dovremmo farlo comunque, anche se non ce lo chiedessero".

Cottarelli si sofferma anche sulla flat tax, una delle proposte più importanti del programma del centrodestra: "Vorrei vedere quali sono le coperture. La flat tax comporta una perdita attorno ai 30 miliardi, se in compenso si taglia la spesa dal punto di vista del finanziamento dei conti pubblici può anche andar bene. C'è un vantaggio perché porta la semplificazione del sistema con l'eliminazione un mucchio di detrazioni. Ma io non credo che uno debba essere troppo dogmatico sull'avere una singola aliquota di tassazione sull'Irpef". E ancora: "Ci può essere un po' più di progressività. Chi trae più vantaggio? Chiaro che chi adesso paga aliquote più alte viene più avvantaggiato. Il controargomento è che il sistema diventa più efficiente e quindi tutti ne possono beneficiare". In definitiva, Cottarelli si dice "non contrario di per sé alla flat tax, ma non sono neanche uno che la ama completamente: secondo me un po' di complessività sull'Irpef ci deve stare".

A pochi mesi dal voto c'è chi paventa i rischi, avveriti dai mercati, nel caso di una vittoria degli antieuropeisti. Cottarelli osserva che dire "cosa succederebbe se vincessero è difficile, siamo in una fase in cui i mercati sono i generale abbastanza tranquilli.

Se una cosa del genere si accompagnasse a un rallenamento dell'economia europea, allora sarei molto preoccupato. Una combinazione tra l'incertezza politica e uno shock di tipo economico potrebbe far ripartire la speculazione nell'immediato".

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