I magistrati contabili spediscono a processo il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca per le inutili tessere del vaccino contro il covid. Si ipotizza un danno economico per le casse dell'ente regionale pari a 3 milioni e 700mila euro. Al presidente della giunta campana è contestato il 25% del danno complessivo, pari a oltre 928mila euro. Lo sceriffo alza la voce contro il governo Meloni ma poi scivola su un caso di spreco di risorse pubbliche di cui il Giornale si è occupato nel dicembre scorso. Soldi buttati dalla finestra per acquistare tessere vaccinali che poi sono rimaste sigillate nei depositi delle Asl della Campania: è questa l'ipotesi accusatoria della Procura della Corte dei Conti, sfociata ieri nel rinvio a giudizio dello sceriffo campano. Oltre De Luca, andranno a processo cinque persone, tutti componenti dell'unità di crisi della Regione ai tempi della pandemia. A indagare è stata la Guardia di Finanza, sotto il coordinamento dei pm Davide Vitale e Mauro Senatore. Parliamo degli anni a cavallo tra il 2021 e il 2022. Cosa succede. La campagna vaccinale avanza in tutto il Paese. La regione Campania si muove però come uno Stato a parte. De Luca introduce un green pass locale e dispone la gara per l'acquisto delle tessere. Soresa, la centrale regionale per gli acquisti regionali, al cui vertice oggi c'è Tommaso Casillo, ex consigliere regionale deluchiano, si mette in moto per individuare il fornitore. Le tessere, in breve tempo, vengono acquistate e distribuite alle varie Asl. La Regione Campania, per questa operazione, spende «3.714.900,00. In realtà la card della Regione Campania altro non è che un doppione del green pass nazionale. «Una spesa inutile», per i giudici. Tant'è che le card non saranno mai distribuite e ancora oggi sono abbandonate nei depositi delle Asl. «La scelta a livello territoriale è apparsa, fin dalla sua introduzione, come una fuga in avanti, rectius, uno sconfinamento della Regione Campania in ambiti non di sua pretta e specifica competenza» - scrivono i giudici contabili nell'atto di citazione.
Oggi basta fare un salto nel deposito del centro vaccinale dell'ospedale Ruggi di Salerno dove dormono», abbandonati, ventimila «inutili» pass vaccinali, mai consegnati ai cittadini della Campania. La stessa immagine si ripete a Napoli. Nel dicembre scorso, dopo l'articolo del Giornale, De Luca annusa l'aria di un intervento della Corte dei Conti e prova a rimediare, intimando ai distretti sanitari di consegnare le card ai cittadini. Insomma, il governatore voleva usare i pass vaccinali con tre anni di ritardo.
Il legale di De Luca respinge le accuse: «La nostra linea difensiva resta quella che abbiamo sempre evidenziato, ovvero che la smart card non si trattava affatto di un doppione, ma aveva finalità ulteriori e diverse rispetto al Green pass, così come risulterà dalla documentazione» commenta a caldo Andrea Castaldo. Dal fronte meloniano partono all'attacco: «Ormai è evidente che tutto quello che De Luca di geniale (secondo lui) fa finisce alla Corte dei Conti» incalza Antonio Iannone.
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