L'allerta valanga era trascurabile. Grado due su una scala da uno a cinque. Però il caldo anomalo di questi giorni preoccupava e lasciava presagire il peggio. E così è stato a Crans-Montana, rinomata stazione sciistica svizzera nel Cantone Vallese, dove un gruppo di sciatori è stato spazzato via da una valanga gigantesca mentre sciava sulla pista nera del ghiacciaio di Plaine Morte. Quattro di loro sono stati salvati. Sono feriti, uno è in gravi condizioni per lo stato di assideramento. Quanto agli altri non si sa quanti siano realmente. Poche le speranze di recuperarli ancora vivi.
L'allarme viene lanciato alle 14,23. La piste, che nel settore più alto arrivano a tremila metri, brulicano di sciatori delle settimane bianche che, anche in Svizzera, coincidono con le ultime due settimane di febbraio. All'improvviso un boato e dal vicino pendio che sovrasta la pista Kandahar piomba una valanga enorme. Almeno 12 sciatori vengono travolti e sepolti da una slavina che attraversa la parte bassa della pista e la ricopre per 400 metri.
La ricerca dei superstiti è difficile nonostante i 244 uomini a disposizione e gli otto elicotteri della polizia. La neve è alta e i cani non riescono a trovare nessuno. Alla fine quattro persone vengono estratte vive. «C'è una quantità incredibile di neve - dichiara un soccorritore - circa due metri di spessore per 400 metri di lunghezza. Queste valanghe di primavera hanno una neve compatta che rende tutto complicato. Inoltre gli sciatori che scendono lungo piste segnalate di solito non indossano l'attrezzatura da valanga».
Ci sono testimoni ancora sotto chock. «Abbiamo sentito un rumore fortissimo, spaventoso. Poi una parete di neve si è abbattuta qui sotto - dichiara un poliziotto-. Sarà stata alta quattro metri, davvero enorme. La valanga era vicina. E poiché non siamo morti nell'impatto abbiamo deciso di aiutare a cercare gente lì sotto». Uno sciatore scampato all'impatto racconta di aver visto persone che cercavano i loro cari nella neve. «Scavavano e piangevano, avevano occhi disperati, non li dimenticherò».
Qui nel Cantone Vallese sembra si siano scordati della valanghe. Thomas Stucki, capo del servizio allerta, dice che gli incidenti con vittime in Svizzera sono rari. «Negli ultimi dieci anni un solo incidente e un solo morto». Per questo motivo è stata aperta un'inchiesta da parte della polizia per individuare eventuali responsabilità. L'ipotesi che la valanga possa essere stata innescata da uno o più sciatori resta in piedi. Insomma a Crans Montana, che in questi giorni fa il pienone, si cercano responsabili che non siano il meteo. L'incidente è coinciso con le vacanze scolastiche che ha portato sulle piste molte più persone del solito. Inoltre in questo fine settimana dovrebbero svolgersi due gare femminili di Coppa del Mondo.
Il condizionale è d'obbligo, se non fosse per le rassicuranti dichiarazioni del portavoce della Fis: «L'incidente di oggi non influenzerà il regolare svolgimento della Coppa del Mondo di sci». Lo spettacolo deve andare avanti.
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