Casellati: "Sullo stato d'emergenza Conte deve dire la verità"

In una intervista al Corriere della Sera il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha criticato il governo colpevole di coinvolgere poco l’opposizione nelle decisioni su emergenza sanitaria e rilancio dell’Italia

Casellati: "Sullo stato d'emergenza Conte deve dire la verità"

Dall’emergenza coronavirus agli aiuti economici promessi dell’Europa, passando per alcune scelte del governo che non sono sempre chiare e pertanto creano incertezze e paure nella popolazione. In una intervista al Corriere della Sera il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati ,ci va giù dura non risparmiando critiche alla Ue che sul Recovery fund sta facendo "il gioco dell'oca" e alla politica di casa nostra che affronta la situazione sanitaria "mettendo toppe" e che spende tante parole ma di fatti non ne fa o ne compie pochi.

I contagi salgono e non sono risparmiati neanche i parlamentari. Nei giorni scorsi se si eccettua un solo giorno per controlli sanitari, il Senato non si è fermato neppure dopo che due esponenti pentastellati sono risultati positivi al Covid-19. Ma la situazione non è semplice. La Casellati ha ricordato che l'emergenza sanitaria "non è finita e non lo sarà fino a quando non avremo un vaccino o una cura specifica. Ma il Senato non si è mai fermato, neppure nei momenti più acuti della pandemia. Ho semplicemente sospeso per un giorno le attività delle Commissioni per fare accertamenti richiesti dai protocolli sanitari. Abbiamo dimostrato che con cautela e responsabilità si può e si deve continuare a lavorare e io ritengo che il Senato debba farlo nella sua sede istituzionale". Poi un attacco al governo e alla maggioranza: "Capisco le ragioni dell'emergenza, ma non vorrei che tra proposte di democrazia diretta, appelli al voto a distanza e ricorso continuo ai decreti-legge si finisca per abbattere il Parlamento e quindi la democrazia rappresentativa".

La Casellati ritiene che sulla proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021 "prima di tutto occorre avere informazioni corrette, senza nascondere i risultati del Comitato tecnico. Se non abbiamo accesso alle informazioni, non possiamo dire nulla". Il motivo è semplice. Il presidente del Senato sottolinea che "abbiamo bisogno di verità. Gli italiani sono stanchi di oscillare tra incertezze e paure, in una confusione continua di dati che impedisce tra l'altro di programmare il lavoro". Ma l’ipotesi di un nuovo lockdown generale vede la Casellati assolutamente contraria. "Penso che il Paese- ha spiegato- non sia in grado di sopportare un nuovo lockdown. Socialmente ed economicamente. Vedo solo la necessità di essere severi nel far rispettare le regole. L'allarmismo non serve, non aiuta a controllare la pandemia e crea solo sfiducia. Al contrario dobbiamo sostenere il ritorno alla normalità secondo due parole d'ordine che ci dovranno accompagnare nei prossimi mesi: responsabilità e coraggio".

Il timore del presidente del Senato è che l’esplodere della crisi economica possa creare tensioni sociali che potrebbero sfociare in azioni di violenza. "C'è un rischio reale che è legato alla recessione economica e alla mancanza di lavoro. Ci troviamo di fronte al paradosso rilevato dall'Istat che il reddito delle famiglie cala, aumentano le bollette e sale la pressione fiscale. Qualcosa non torna nei conti degli italiani", ha rimarcato la Casellati che poi ha ricordato un altro grande problema che sta affliggendo l’Italia in questo inizio d’autunno: "Se le scuole non troveranno un equilibrio, le tensioni verranno dalle mamme. Cosa che non mi auguro. E se si ammutinano le donne, il blocco sociale è inevitabile".

Lo spettro della crisi economica aleggia sul nostro Paese nonostante i 209 miliardi promessi dalla Ue. Sembra un paradosso ma il denaro sembra non far evaporare la paura per cosa accadrà nel futuro. La spiegazione c’è: i soldi che sono vincolati a molte variabili e i contrasti tra i partner europei. Su questo tema la Casellati si è detta molto preoccupata: "Sapevamo che a luglio l'accordo ci vedeva destinatari di 209 miliardi. Ma oggi ci troviamo di fronte all'ennesima discussione tra Paesi frugali e non e al dubbio se queste somme arriveranno, quando e a quali condizioni. È incredibile! Sembra di essere nel gioco dell'oca: si torna alle posizioni precedenti".

Senza dimenticare che di colpe ne ha anche l’Italia. Perla seconda carica dello Stato il lavoro svolto dal governo per richiedere i fondi non è sufficiente perché manca un serio piano di rilancio: "Dalla fine del lockdown si parla di ripresa, ma oggi, dopo 5 mesi, tante parole e niente fatti. Non c'è una visione strategica del Paese, una visione lungimirante del futuro e dello sviluppo. Si mettono delle toppe, ma in realtà non ci si occupa dei veri problemi la cui soluzione identifica una chiara linea politica. È come nascondere la polvere sotto il tappeto. Faccio un esempio, i banchi con le rotelle non possono essere la risposta alle sfide strutturali della scuola. E tutto questo incide sul dibattito europeo. Senza la politica, con la "P" maiuscola, capace di costruire il "Progetto Italia" dei prossimi 30 anni, anche un bazooka, qualora ci fosse, diventa una pistola ad acqua".

E proprio quello che si può definire "Progetto Italia", secondo la Casellati, è la vera priorità che può far ripartire l’Italia. Un piano per rilanciare il Paese "facendo ripartire le leve dell'economia: infrastrutture, investimenti, imprese. Questo serve per dare lavoro, lavoro, lavoro. E soldi, soldi, soldi nelle tasche degli italiani". Al contempo la seconda carica dello Stato si è detta consapevole che bisogna dire basta "con le troppe carte della burocrazia, un freno per la produttività. Il Piano per la ripresa si chiama "Generazione futura". È stato pensato per i giovani, non perché arrivi nel futuro, ma perché prepari il futuro. Proprio loro, che sono stati gli invisibili della pandemia, devono essere protagonisti della rinascita insieme alle donne che, con la scuola a singhiozzo, continuano a sopportare il peso maggiore dell'organizzazione familiare".

La Casellati, poi, ammette di non condividere il metodo del governo che sull’emergenza sanitaria e suoi progetti per superare la crisi economica coinvolge poco o nulla l'opposizione: "Non lo condivido perché non lo vedo. È certo che le opposizioni devono essere coinvolte. Pensi se settant' anni fa i progetti per l'utilizzo dei fondi del Piano Marshall fossero stati decisi solo dalla maggioranza! Se il nostro Paese non si ritrova coeso attorno al dramma dei redditi crollati, delle aziende chiuse, delle serrande abbassate, delle scuole in confusione, dei posti di lavoro perduti, delle famiglie e delle donne in affanno, gli effetti delle divisioni si ripercuoteranno sull'oggi e sul domani".

Il presidente del Senato ha, inoltre, affermato che proprio il coronavirus ha evidenziato come il nostro Paese abbia bisogno di riforme. "L'emergenza Covid ci ha dimostrato come il rapporto tra Stato e Regioni non funzioni. Serve rafforzare i compiti delle autonomie, riconducendo l'attività di governo entro limiti costituzionali più chiari e stringenti”. “Penso- ha continuato- al ricorso abituale alla decretazione d'urgenza, troppo frequentemente blindata dai voti di fiducia. Il Parlamento, che secondo la Costituzione è centrale, così viene marginalizzato.

Per evitare che si trasformi definitivamente in un convitato di pietra, dovremo mettere dei paletti precisi ai decreti legge".

Infine, un monito la Casellati lo lancia sulla legge elettorale che "deve essere fatta perché resti, non per assecondare gli interessi politici del momento".

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