"Un numero di casi che mi preoccuperebbe? Se si arriva ai 7mila-8mila casi al giorno bisognerebbe prendere dei provvedimenti restrittivi". Lo dice Andrea Crisanti, virologo dell'Università di Padova, intervenendo in collegamento con la trasmissione Piazzapulita su La7. Secondo Crisanti, il picco di oltre 2500 contagi registrato ieri non sarebbe ancora da addebitare alla riapertura delle scuole. Perché l'effetto, e su questo tutti i virologi sono d'accordo, si potrà vedere solo dopo 4-5 settimane dalla ripartenza delle attività scolastiche. Quindi, spiega Crisanti, il verdetto lo avremo solo tra una-due settimane. Se l'aumento dei positivi rimarrà costante, allora potremo collegarlo alle scuole.
"Il passaggio da 1.800 a 2.500 casi in un giorno può anche essere occasionale, dobbiamo vedere cosa succede nei prossimi giorni. Bisogna vedere la dinamica, più che l'aumento da un giorno all'altro. A livello nazionale, volendo fare le debite proporzioni, ai primi di marzo avevamo 40mila-50mila casi al giorno, siamo molto lontani da quei numeri", rileva Crisanti. Quindi nonostante la progressione esponenziale delle ultime 24 ore, per il virologo della strategia dei tamponi di massa non ci sarebbero ancora le condizioni per allarmarsi. Una volta raggiunti i 7-8 mila casi le restrizioni saranno inevitabili, ma dovranno essere selettive. "Bisogna vedere regione per regione. Se in una regione incrementano moltissimo bisogna intervenire", precisa Crisanti.
E per tenere sotto controllo i contagi in crescita, il virologo dell'Università di Padova rilancia il suo metodo dei tamponi di massa. "Abbiamo messo il virus nelle condizioni di trasmettersi, aprendo scuole e attività. Ma era necessario. Dobbiamo ora ristabilire l'equilibrio nel contenimento dei contagi: non basta solo il comportamento, bisogna fronteggiare il virus con i tamponi. Servono interventi veloci e numerosi per contrastare il diffondersi dei focolai".
L'obiettivo nel mirino: riuscire a mantenere i numeri intorno a quota 2500 per due, tre settimane. Un contenimento auspicato anche dall'allarme-monito twittato ieri dal virologo Roberto Burioni dopo l'impennata dei casi di coronavirus. Ma se Crisanti chiama in causa le autorità sanitarie, Burioni spinge sul ruolo della responsabilità individuale.
Le cose cominciano a mettersi peggio. Vi prego, state attenti, mantenete le distanze, portate le mascherine, evitate luoghi affollati al chiuso, lavatevi le mani. Il virus è lì fuori, infettivo e nocivo come nella scorsa primavera. Dipende tutto da noi. pic.twitter.com/zLgJACgJvB
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) October 1, 2020
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.