Il recovery plan verrà usato per ridurre le tasse. Almeno questo è l'annuncio che fa il governo per cercare di rendere appetibile il bastone dell'Europa per la nostra economia zoppicante. L'esecutivo sostiene di avere un cantiere una "riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta, finalizzata a disegnare un fisco equo". E di fatto il progetto per una rivisitazione dell'architrave fiscale che sostiene il nostro sistema passa dalla ricetta tedesca che tanto piace al ministro del Tesoro, Gualtieri. E l'esecutivo (per il momento solo a parole) ha promesso un cambiamento sul fronte fiscale soprattutto per il ceto medio. Una fascia che viene sostanzialmente schiacciata da un peso fiscale abnorme e che ha un reddito tra i 28mila euro e i 55mila euro lordi annui. La batosta si fa sentire con una aliquota al 38 per cento che di fatto ha il sapore di un vero e proprio esproprio che annulla abbondantemente il principio della progressività delle imposte. I commercialisti da tempo chiedono un intervento in questo senso e di fatto propongono l'eliminazione dell'aliquota al 38 per cento per estendere quella del 27 per cento fino ai 55mila euro. In questo modo le fasce delle aliquote Irpef si riducono da 5 a 4.
Ma questo è ciò che chiedono i commercialisti e non quello che farà il governo. Infatti in queste ultime settimane il ministro Gualtieri più volte ha sottolineato in modo chiaro di voler apportare un intervento sulle tax expenditures. Una sostanziale rivisitazione di tutte le agevolazioni fiscali. E in questo senso la riforma del sistema potrebbe trasformarsi in una vera e propria trappola. Infatti con l'abolizione di diversi sconti fiscali, il carico della pressione fiscale sulle tasche dei contribuenti aumenterebbe (e non di poco).
La sensazione è che gli annunci del governo (soprattutto in pieno periodo elettorale) siano una sorta di spot vuoti da vendere agli italiani. La vera riforma fiscale che potrebbe rilanciare l'economia e dare ossigeno alle tasche del ceto medio sarebbe la flat tax, fortemente voluta dal centrodestra. Ma a quanto pare l'esecutivo giallorosso non ha alcuna intenzione di seguire questa strada. Poi, in questo grande cantiere del Fisco, c'è anche la proposta sostenuta dal direttore delle Entrate, Ruffini, che prevede un pagamento delle imposte con scadenza mensile senza il classico schema di saldo-acconto. Un'altra fregatura con una pressione fiscale scandita ogni 30 giorni che lascia poco spazio di manovra soprattutto a imprenditori e partite Iva che non hanno entrate costanti ogni mese.
Infine a gelare completamente il governo sono arrivate le parole del Commissario agli Affari Economici, Paolo Gentiloni: "Il messaggio di un utilizzo del Recovery Fund anche effettuare un taglio delle tasse in Italia "sarebbe un segnale negativo. Io ho messo le mani avanti da commissario europeo e so che in Italia la linea è la stessa". A quanto pare non è proprio così. Le linee sono molto diverse visti gli annunci del governo...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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