La crisi dell'esecutivo ha disintegrato il movimento di Grillo. Da partito anti-sistema a una galassia di gruppi in fuga

Dopo la scissione voluta da Di Maio, continuano le spaccature tra falchi e colombe che adesso per salvare la poltrona cercano una sponda anche nel centrodestra

La crisi dell'esecutivo ha disintegrato il movimento di Grillo. Da partito anti-sistema a una galassia di gruppi in fuga

Alle 20 e 13 il botto che disintegra il Movimento. Si chiude la votazione in Senato sulla risoluzione di Casini: ok alla fiducia. Ma l'esecutivo Draghi è politicamente morto.

In aria saltano macerie e resti del «fu partito anti-sistema». La crisi del governo Draghi spappola in mille costellazioni la galassia grillina. Chi scappa nel Misto. Chi fonda sigle e partitini. Chi si aggrappa a Silvio Berlusconi: «Silvio salvaci tu, siamo disperati. Salva il governo». Gli ex attaccano: «Oggi si è assistito al capolavoro del partito di Giuseppe Conte» affonda il colpo il sottosegretario (ormai ex) agli Esteri, Manlio Di Stefano. Una galassia di satelliti in cerca di approdo senza schianto. Sono entrati in Parlamento nel 2018 da prima forza politica. Ne escono disintegrati. Ecco come sono sparpagliati fronde e gruppi grillini dopo 4 anni di legislatura. Lo smottamento più devastante è stata la scissione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Poi gli ex duri e puri confluiti nel gruppo Alternativa C'è.

Ci sono i falchi contiani. È l'ala dura che non ne voleva sapere di continuare l'esperienza Draghi. I due principali interpreti dell'ala oltranzista sono Paola Taverna, senatrice del secondo mandato (in cerca del tris) e Riccardo Ricciardi, un passato da attore teatrale, che con l'avvento di Conte alla guida del M5s è uscito dal cono d'ombra in cui era stato relegato negli anni della leadership di Luigi di Maio. Una rivincita.

I contiani non sono compatti. Ci sono i moderati o diversamente contiani. A guidare la pattuglia delle colombe contiane ci sono Michele Gubitosa, la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone e l'ex capogruppo Ettore Licheri. Sono schierati per una linea più morbida rispetto all'esecutivo. Che però al momento non prevale. Lo strappo nell'esecutivo ha fatto esplodere però tutte anime di dissenso al leader Conte. Tutti i rancori covati.

La spaccatura più evidente è tra i ministri e i vertici del Movimento. Ma anche all'interno della delegazione di governo ci sono tre posizioni. Federico D'Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, è il più duro contro Conte. Anzi in più occasioni è stato additato come il regista della seconda scissione. C'è poi la posizione del ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli contrario allo strappo contiano ma anche alla scissione. Insomma, Patuanelli vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Terza linea è quella del ministro per le Politiche giovanili Fabiana Dadone. Ufficialmente è con Conte per la rottura. Con una variabile: non vuole mollare la poltrona. Nei gruppi parlamentari la galassia diventa una balcanizzazione. Al Senato il gruppo è abbastanza compatto. Alla Camera è il caos. In testa c'è il capogruppo Davide Crippa e tutti i componenti del direttivo che da tempo meditando l'addio al Movimento e la nascita di una nuova corrente autonoma in Parlamento. Crippa nella sua operazione dovrebbe avere l'appoggio dell'ex sottosegretario Stefano Buffagni. Con loro passerebbero una quindicina di parlamentari. Dai numeri almeno un terzo dei deputati non vorrebbe seguire la linea di Conte. C'è la fronda rosa: Federica Dieni, Rosalba Cimino e Maria Soave Alemanno. Tra i parlamentari in libera uscita spunta una pattuglia di cani sciolti. Molti al secondo mandato e con nessuna chance di rielezione. Ecco Angelo Tofalo, ex sottosegretario alla Difesa, che negli ultimi giorni ritornato alla ribalta contro Conte. E' campano come Di Maio. Ma pare non avrebbe alcuna intenzione di aderire al Movimento Ipf. Altro campano è Agostino Santillo, annoverato tra i malpancisti. Con la corsa alle urne tutti stanno provando a salvare la poltrona. Beppe Grillo fa gruppo a sé.

E per ora non condivide nulla della linea di Conte. E potrebbe benedire la nascita di una nuova componente del Movimento: la coppia Raggi-Di Battista scalda i motori e vuole soffiare la leadership a Conte. Si prepara per l'autunno caldo elettorale.

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